I bambini in condominio fanno troppo chiasso, cosa posso fare? Quando diventa un vero e proprio reato

I bambini in condominio possono fare chiasso e i genitori possono rischiare grosso: quando si configura un reato vero e proprio.

Vivere in un condominio non è semplice: ovviamente dobbiamo fare attenzione a tutti i comportamenti che mettiamo in atto per non ledere la privacy e per non disturbare i nostri vicini.

La questione può diventare delicata se abbiamo dei bambini che, come si sa, potrebbero fare chiasso con i loro giochi e con i loro schiamazzi. In alcune circostanze può configurarsi un vero e proprio reato: quindi ecco a cosa fare attenzione. 

Quando i bambini nel condominio possono farci rischiare grosso

Il rumore dei bambini che corrono nei condomini può diventare un problema di convivenza. Saltelli, corse, grida, giochi rumorosi, sono tutte situazioni che un genitore può impegnarsi a tenere sotto controllo ma a volte sono inevitabili. 

Uomo e donna seduti sul letto si tappano orecchie
Quando i bambini nel condominio possono farci rischiare grosso – designmag.it

Ma se questi comportamenti diventano eccessivi e costanti, possono compromettere il diritto al riposo e alla serenità degli altri condomini. Soprattutto durante le ore di silenzio, i vicini potrebbero lamentarsi del chiasso dei bambini. Ma è un comportamento che può essere sanzionato? 

Non esiste una legge che vieta ai bambini di correre in casa ma all’articolo 844 del Codice Civile viene stabilito  che non si possono causare immissioni sonore (rumori, vibrazioni e così via) oltre la normale tollerabilità. La soglia di tollerabilità non è fissa, ma viene valutata caso per caso. Si prendono in considerazione elementi come:

  • durata e frequenza del rumore
  • orario in cui si manifesta il rumore (ad esempio durante le fasce orarie di silenzio)
  • tipo di edificio e di isolamento acustico
  • condizioni soggettive del vicino disturbato (anziani, malati, turnisti)

Quindi, se il rumore causato dal chiasso dei bambini è contenuto o sporadico, viene tollerato. Ma se diventa eccessivo e frequente, allora può configurarsi come illecito civile o, in casi estremi, addirittura come disturbo della quiete pubblica (art. 659 del Codice Penale). Molti regolamenti condominiali stabiliscono delle fasce orarie di silenzio (spesso tra le 13:00 e le 15:00 e dopo le 21:00), durante le quali è vietato arrecare disturbo.

Se il comportamento dei bambini viola queste disposizioni, l’amministratore può intervenire, anche con sanzioni nei confronti dei genitori, come previsto dall’art. 70 delle disposizioni attuative del Codice Civile. L’amministratore di condominio può mediare fra le parti evitando così il ricorso per via legali. Il dialogo è infatti la strada da percorrere proprio per evitare strade più drastiche.

In ogni caso si può configurare il reato di disturbo della quiete pubblica e la responsabilità penale può ricadere sui genitori, soprattutto se è dimostrabile che non hanno fatto nulla per evitare che il disturbo si ripetesse. La soluzione dunque è molto semplice: chi ha figli piccoli deve fare il possibile per contenere i rumori e rispettare le esigenze degli altri ma anche i vicini dovrebbero chiudere un occhio e tollerare le normali esternazioni dei bambini, se sono contenute e non continuative. 

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