I bambini dei vicini urlano e corrono a tutte le ore: io ho ottenuto un risarcimento, ma occhio se hai figli, in questi casi rischi la reclusione

Disturbo da rumori in condominio: non sempre la vivacità dei bambini è un’attenuante, anzi può costare cara.

Sopratutto in estate, quando con la chiusura delle scuole i bambini sono spesso a casa, la questione dei rumori in condominio può sfociare in tensioni accese tra i vicini.

Tendenzialmente la presenza di minori implica un certo grado di tolleranza, non sempre la loro vivacità può giustificare comportamenti che turbano la quiete domestica degli altri condomini.

In presenza di giochi insistenti, pianti che si prolungano nel tempo o rumori ricorrenti nelle ore di tempo dedicate al riposo, la pazienza dei vicini potrebbe essere messa a dura prova. In certi casi, la legge si schiera proprio dalla parte di questi ultimi.

Esistono infatti dei precisi strumenti normativi per tutelare chi subisce disturbi acustici eccessivi, anche se causati dai bambini.  È fondamentale, quindi, conoscere i limiti previsti e agire in modo consapevole, sia da parte dei genitori, sia da parte dei vicini disturbati.

Quando il gioco dei bambini diventa illecito: cosa dice la legge

Quando si vive in un condominio insieme ai propri bambini, oltre al comune buon senso, ci sono alcune regole che guidano il comportamento da tenere. La prima linea guida è proprio il regolamento condominiale che, nella maggior parte dei casi, stabilisce fasce orarie di silenzio –  generalmente tra le 13:00 e le 15:00 e dalle 21:00 alle 8:00.

Bambini che giocano
Quando il gioco dei bambini diventa illecito: cosa dice la legge – designmag.it

Se i giochi e i rumori dei bambini violano sistematicamente queste disposizione, potrebbe essere richiesto l’intervento dell’amministratore condominiale, chiamato ad ammonire i responsabili e a proporre sanzioni pecuniarie fino a 800 euro in caso di recidiva. Questo è regolamentato dall’art. 70 delle disposizioni di attuazione del Codice Civile.

Nel caso in cui il regolamento condominiale non preveda nulla di specifico, è possibile far riferimento all’art. 844 del Codice Civile, che tutela il diritto alla tranquillità nella propria abitazione. Qui, però, entra in gioco la valutazione soggettiva e tecnica del disturbo: frequenza, durata, intensità (misurata in decibel), oltre alle condizioni di salute della persona disturbata.

Se le prove – video, registrazioni audio, testimonianze, perizie fonometriche – dimostrano un superamento della soglia di tollerabilità, il giudice può ordinare la cessazione del disturbo e riconoscere un risarcimento economico.

Inoltre, in situazioni gravi e protratte nel tempo, il comportamento rumoroso può configurarsi come reato penale, come stabilito dall’art. 659 del Codice Penale, che punisce il disturbo della quiete pubblica.

Questo avviene anche nel caso i cui i rumori provengano da minori, in questo caso, come è ovvio, la responsabilità ricade sui genitori. La Cassazione ha stabilito che i proprietari sono tenuti a impedire comportamenti molesti da parte di chi è sotto la loro custodia, come nel caso di cani che abbaiano di continuo. Per analogia, vale anche per i bambini, se il comportamento è oggettivamente intollerabile e reiterato.

Tuttavia, è importante ribadire che non ogni rumore infantile è punibile: un neonato che piange o un bambino che corre occasionalmente rientrano nella normale vita familiare e non sono sanzionabili.

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