Hai comprato una casa per la vista panoramica e ora vogliono costruirti davanti? Cosa puoi fare (immediatamente) per non abbassarne il valore

Cosa dice la legge nel caso in cui dinanzi ad una casa con panorama iniziano altri lavori.

Quando si sceglie una casa, sono diversi i fattori che influiscono sulla decisione finale, e tra questi c’è anche la vista e la posizione.

Può accadere però, e a malincuore, che dopo l’acquisto di una casa si presenti una situazione non facile da affrontare quale la decisione di costruire davanti il panorama per il quale l’abbiamo comprata. Cosa fare in questi casi?

Diritto di panorama, cosa dice la legge

Come detto, può succedere che dopo aver comprato una casa anche per il panorama di cui si può godere dalle finestre, arrivi la notizia di una possibile costruzione che andrà a interferire con la visuale.

Bisogna anzitutto specificare che il cosiddetto diritto di panorama ha una rilevanza giuridica, ma non è espressamente definito nel Codice Civile, a differenza del diritto di veduta, che tutela la possibilità di affacciarsi su una proprietà vicina. Differentemente da quest’ultimo, il diritto di panorama riguarda la conservazione di una visuale più ampia, come quella sul mare, sulle montagne o su un centro storico. Si tratta di un diritto di godimento che permette al proprietario di un immobile di mantenere integra la sua vista.

finestra con panorama
Diritto di panorama, cosa dice la legge – designmag.it

La giurisprudenza, attraverso varie sentenze, ha riconosciuto il diritto di panorama come una servitù negativa, ciò significa che il proprietario di un fondo, detto “dominante”, ha la facoltà di vietare al proprietario di un altro fondo, chiamato “servente”, di erigere costruzioni o di creare ostacoli che compromettano la visuale.

A livello legislativo come anticipato, non esiste un articolo specifico che disciplini il diritto di panorama, ma il Codice Civile, invece, regola in dettaglio il diritto di veduta, stabilendo le distanze minime da rispettare per finestre e balconi. Nello specifico, l’articolo 907 fissa la distanza minima di 3 metri per le vedute oblique o dirette, garantendo così il diritto di affacciarsi sul fondo del vicino senza ostacoli. Il diritto di panorama viene spesso considerato un’estensione del diritto di veduta, ma con un’applicazione più ampia.

Le controversie legate al diritto di panorama sono molto comuni, soprattutto in contesti condominiali, dove le esigenze di costruzione possono scontrarsi con il desiderio di mantenere una vista libera. In questi casi, la persona danneggiata può intraprendere azioni legali per far valere il proprio diritto, ma il diritto di panorama è tutelato solo se è stata costituita una servitù di panorama.

La servitù di panorama è la forma giuridica che rende il diritto legalmente vincolante, e può essere istituita in diversi modi: tramite contratto (con un atto notarile), per testamento (quando un proprietario lascia il diritto a un erede) o per usucapione. L’usucapione si verifica quando il godimento della visuale è avvenuto in modo pacifico e continuativo per almeno 20 anni.

La Corte di Cassazione ha chiarito che una semplice alterazione della vista non è sufficiente per invocare una violazione: la lesione del diritto di panorama infatti, si configura solo se esiste una servitù precedentemente stabilita. In tal caso, la persona lesa può invocare l’articolo 1079 del Codice Civile per richiedere il ripristino della situazione originale e un risarcimento dei danni.

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