Fotovoltaico, non serve il tetto, puoi installarli anche per te: quanto costa e quanto risparmi sulla bolletta

Per risparmiare e per una questione di sostenibilità, è possibile installare il fotovoltaico a casa, non sul tetto ma a terra.

Le bollette sono sempre più salate e così in tanti hanno l’idea di installare un impianto fotovoltaico. Certo, se si vive in un condominio o in una palazzina, potrebbe non essere una passeggiata perché anche gli altri condomini devono essere d’accordo e poi c’è la questione di “non rovinare il panorama”. Ma forse una soluzione c’è per svoltare verso la sostenibilità “senza dare fastidio a nessuno”.

Infatti l’impianto fotovoltaico non si deve necessariamente installare sul tetto, ma si può farlo anche a terra e consente comunque di risparmiare un bel po’ in bolletta. Ecco quanto costa installarlo e quanto si risparmia. 

Come installare il fotovoltaico a terra

Spesso si pensa che l’impianto fotovoltaico si debba necessariamente installare sul tetto, in realtà c’è un’alternativa valida ed è quella dell’impianto fotovoltaico a terra. Per farlo, però, è necessario conoscere la normativa vigente e in cosa consiste questo intervento.

tecnico che installa pannelli
Come installare il fotovoltaico a terra – designmag.it

Si tratta di pannelli solari installati direttamente sul suolo, quindi più facilmente gestibili, anche dal punto di vista della manutenzione e dell’orientamento. Si possono realizzare installazioni domestiche di 3-6 kW oppure grandi centrali fotovoltaiche di diversi MW: questo chiaramente dipende dalle esigenze energetiche che si hanno ma ancora di più dallo spazio a disposizione.

La normativa vigente in tema di fotovoltaico a terra è il Decreto Legislativo 387/2003, che stabilisce le linee guida nazionali per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. Di fatto per gli impianti fino a 20 kW è sufficiente la Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), che consente tempi di autorizzazione relativamente rapidi. Gli impianti di potenza compresa tra 20 kW e 1 MW richiedono invece l’Autorizzazione Unica (AU), mentre per installazioni superiori a 1 MW è necessaria la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), con un iter autorizzativo che può richiedere diversi mesi di istruttoria.

Poi, in base alle Linee Guida Nazionali del 2010, ci sono delle zone idonee ed altre che non lo sono per l’installazione di questi impianti. Ad esempio sono considerate non idonee le aree naturali protette, le zone di particolare pregio paesaggistico, i terreni agricoli di particolare valore e le aree soggette a vincoli idrogeologici. Comunque, se si volesse installare un piccolo impianto residenziale di 3-6 kW oppure piccoli impianti commerciali, sarà necessario presentare la Comunicazione al Comune tramite SCIA, che richiede anche la denuncia di inizio lavori all’ufficio tecnico comunale e la verifica di eventuali vincoli paesaggistici.

La connessione alla rete avviene tramite semplice richiesta al distributore locale. Gli impianti compresi tra 20 kW e 1 MW, come quelli commerciali da 50 kW, 100 kW o 200 kW, richiedono l’Autorizzazione Unica rilasciata dalla Regione, ed è obbligatoria la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) completa. A parte le autorizzazioni, prima di installare un impianto fotovoltaico a terra è necessario verificare l’irraggiamento solare della zona, la morfologia del terreno e l’assenza di ombreggiamenti.

tecnico che installa pannelli
La normativa per l’installazione del fotovoltaico a terra – designmag.it

La fase di progettazione inizia definendo il layout e scegliendo i componenti principali: pannelli fotovoltaici, inverter e strutture di supporto. Questa deve essere supportata da una relazione tecnica che descriva le caratteristiche dell’impianto e giustifichi le scelte progettuali. Poi c’è la fase di realizzazione, vale a dire la preparazione del terreno, che può richiedere livellamento e l’eventuale realizzazione di sistemi di drenaggio.

In seguito si devono montare i pannelli seguendo delle specifiche tecniche e procedere alle connessioni elettriche, alla recinzione dell’area e all’installazione dei sistemi di sicurezza. Infine c’è il collaudo tecnico, che ha l’obiettivo di verificare il corretto funzionamento di tutti i componenti dell’impianto, ed il rilascio delle certificazioni di conformità.

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