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Fondazione Prada: la mostra L’image volée a cura di Thomas Demand

Dal 18 marzo al 28 agosto 2016 Fondazione Prada presenta la mostra collettiva curata dall’artista Thomas Demand ‘L’image volée’. L’esposizione, che conta più di 90 lavori realizzati da oltre 60 artisti dal 1820 a oggi, occupa due piani della galleria Nord della sede di Milano, per l’occasione allestiti dallo scultore Manfred Pernice. L’idea di questa mostra nasce dalla voglia di Thomas Demand di dimostrare quanto ogni uomo, così come ogni artista, da sempre realizza le sue opere facendo riferimento a creazioni precedenti. Tutto è incentrato sulla linea che delimita la zona dell’originalità e quella dell’appropriazione creativa, del furto artistico.

L’image volée indaga, dunque, le diverse modalità attraverso le quali ognuno di noi si ispira a modelli precedenti. In questo percorso l’artista Thomas Demand mostra tre possibili direzioni di indagine. La prima è incentrata sull’appropriazione fisica dell’oggetto, o l’assenza di questo, e qui sono raccolte fotografie, dipinti e film in cui ciò che è stato rubato diventa, effettivamente, il corpo del reato: in questa sezione troviamo opere come quella di Maurizio Cattelan – Senza titolo (1991), la tela di Adolph von Menzel Friedrich der Grosse auf Reisen (1854) che esprime il concetto di assenza, mentre l’idea di alterazione di un’opera è ben espressa da lavori che sono stati reinventati, come un quadro di Gerhard Richter trasformato in un tavolino da Martin Kippenberger e Unfolded Origami (2016) di Pierre Bismuth.

 

Il percorso espositivo presenta tre possibili direzioni d’indagine: l’appropriazione fisica dell’oggetto o la sua assenza, la sottrazione relativa all’immagine piuttosto che all’oggetto concreto e, infine, l’atto del furto attraverso l’immagine stessa. La mostra è stata concepita come un’esplorazione anticonvenzionale di questi temi, affrontati seguendo un approccio empirico. Piuttosto che una ricognizione enciclopedica, ‘L’image volée’ offre una prospettiva inaspettata all’interno di un viaggio di scoperta e ricerca artistica. Alcuni dei lavori sono il risultato di alterazioni di lavori o immagini preesistenti come le défiguration di Asger Jorn o i collage di Wangechi Mutu.

 

La seconda parte del percorso espositivo L’image volée è dedicata all’analisi delle logiche dell’appropriazione all’interno del processo creativo. Qui si intrecciano contraffazione e falsificazione e tra i lavori è possibile ammirare le banconote riprodotte a mano dal falsario Günter Hopfinger.

Infine, c’è la parte finale, allestita al livello interrato della galleria Nord, per la prima volta utilizzato come spazio espositivo. Qui è affrontata la questione della produzione di immagini che rivelano aspetti nascosti sul piano privato o pubblico. John Baldessari nell’installazione video Blue Line (Holbein) (1988) inserisce una telecamera nascosta che riproduce le immagini rubate del pubblico all’interno di uno spazio adiacente, mettendo in discussione il ruolo stesso dello spettatore. E questo è solamente uno dei lavori esposti ma, altri a parte, questa sezione si chiude con una mostra nella mostra, curata da un importante designer industriale, che riunisce veri dispositivi di spionaggio usati dalla DDR e dall’Unione Sovietica per controllare i propri cittadini.

L’image volée è accompagnata da una pubblicazione illustrata edita dalla Fondazione Prada, che include racconti inediti di Ian McEwan e Ali Smith, saggi di Russell Ferguson, Christy Lange e Jonathan Griffin e interventi di Rainer Erlinger e Daniel McClean.

Non perdete questo splendido appuntamento con una delle mostre più interessanti del momento alla quale anche la redazione di Design Mag ha partecipato e ne è rimasta particolarmente colpita. ‘L’image volée’ è visitabile dal 18 marzo al 28 agosto 2016 presso la galleria Nord della sede di Milano di Fondazione Prada.

Francesca La Rana

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Francesca La Rana