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“L’Architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce”. Questa celebre frase di Le Corbusier può far capire quanto sia importante la luce e come il suo utilizzo in un modo, piuttosto che in un altro, possa far cambiare la percezione dello spazio. Molto spesso i clienti contattano il nostro studio quando l’impianto elettrico è già stato predisposto, con l’inserimento di punti luce canonici che non costituiscono un plus all’intero ambiente se non banalmente illuminare.

Un progetto illuminotecnico degno di questo nome, oltre a garantire una corretta illuminazione degli spazi, deve saper giocare con la luce, andando a valorizzare determinati punti che vogliamo far risaltare a dispetto di altri, mescolare diverse fonti luminose per creare una luce morbida ed accogliente ed infine arredare gli spazi. L’ossessione del momento sono i faretti che, proprio per natura, sono adatti ad illuminare in maniera puntiforme dei particolari piuttosto che creare una luce di ambiente, ciò nonostante, si possono anche impiegare per avere delle ottiche di azione più o meno ristrette. Cosa diversa sono le strip o barre led che invece illuminano in maniera lineare e, a seconda del loro posizionamento, possono creare interessanti effetti di illuminazione indiretta o washwall.

Un esempio di luce indiretta lo si può vedere nella foto qui di seguito che ritrae un nuovo showroom e gli uffici di riferimento di cui abbiamo curato il progetto. Giocando con diverse profondità del controsoffitto, siamo andati a creare un grande lampadario centrale illuminato indirettamente da strip led, montate nel profilo di alluminio che va a definire la gola. La luce che si riflette sul soffitto bianco crea un chiarore diffuso molto morbido e piacevole.

Una luce diretta risulta adatta per andare ad illuminare dei piani di lavoro o tavoli da pranzo, questa è una luce che avrà lo scopo preciso di illuminare una zona specifica per un determinato uso.

L’effetto washwall – cioè l’effetto della luce che va a bagnare la parete come una cascata – invece è adatto a far risaltare la superficie materica di una parete come una carta da parati o una finitura tridimensionale in pietra o legno. Importante nella scelta degli apparecchi, oltre al fattore estetico, è anche la sorgente luminosa: temperatura di colore e tipologia di luce. La temperatura di colore è il fattore che definisce in “soldoni” se la luce è calda o fredda: con una bassa temperatura la luce tenderà ad essere calda e tendente al giallo, al contrario invece se la temperatura si alza la luce diventerà più fredda. Senza divagare troppo, consigliamo una temperatura di 3000°K (gradi Kalvin) che dà una luce bianco caldo piuttosto piacevole e che ben si adatta a diversi tipi di ambienti e di arredamento. Al contrario invece per far risaltare i toni freddi è consigliabile una temperatura più alta come 4000°K senza arrivare ad estremi che rischiano di creare un’atmosfera asettica.

Oggigiorno il LED è la sorgente luminosa più richiesta dal mercato, sia per motivi di consumo che di durata, però è bene capire che non è adatto ad illuminare tutti gli ambienti (come ad esempio il bagno) perchè la resa cromatica del LED è più bassa rispetto ad un’alogena tradizionale: il risultato è che un LED tende ad appiattire i colori senza farne venire fuori la reale brillantezza. Quindi sarebbe buona norma cercare di miscelare diverse tipologie di sorgente per ottenere una qualità di luce migliore. Un buon progetto d’interni ed arredamento dovrebbe sin dai primi passi avere chiaro lo schema illuminotecnico, così da mettere in risalto tutti gli aspetti caratterizzanti di un ambiente rispondendo anche alle esigenze funzionali degli spazi.

B+P Architetti

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