Effetto denim, zero euro: così ho rifatto il pouf senza comprare nulla

Riutilizzare vecchi jeans per rivestire un pouf è un modo per ridare valore a oggetti dimenticati, con un effetto finale che sorprende più di molti acquisti nuovi.

Non so quante volte l’ho guardato pensando che fosse arrivato il momento di buttarlo. Il vecchio pouf in fondo al soggiorno era diventato un oggetto fantasma: nessuno lo usava più, stava lì solo per abitudine. Rivestimento consumato, imbottitura che cedeva da un lato e quell’aria stanca che certi arredi si portano dietro quando non riescono più a dialogare con il resto. Eppure l’idea di buttarlo mi dava fastidio.

A quel punto ho tirato fuori due pantaloni scoloriti, li ho aperti con le forbici più affilate che avevo e mi sono messa a provare combinazioni. Non avevo mai pensato al denim come materiale da rivestimento ma più lo toccavo più mi convincevo. Aveva corpo, spessore, una grana interessante. Ho deciso che quel pouf si sarebbe meritato una nuova pelle, una di quelle che sembrano scelte e non trovate per caso. E non mi è costato nulla, solo tempo e voglia di rimettere le mani su qualcosa di dimenticato.

Perché il denim funziona negli interni e come fare

Il primo passaggio è stato capire cosa salvare e cosa no. La struttura del pouf era ancora solida, bastava sistemare un angolo cedevole con un po’ di imbottitura recuperata da un vecchio cuscino. La parte interessante è arrivata dopo: stendere a terra i ritagli di jeans, accostarli per toni, immaginare un disegno che non fosse troppo regolare.

Il bello del denim, soprattutto quando è usato, è che crea naturalmente un patchwork. Nessun pezzo è identico all’altro, più li metti insieme e più sembrano studiati. Ho scelto di non coprire le cuciture, anzi le ho lasciate a vista. Alcune addirittura in rilievo come fossero nervature decorative.

pouf di jeans
Perché il denim funziona negli interni e come fare – foto AI – designmag.it

Lavorare senza macchina da cucire può sembrare una follia ma per progetti così manuali a volte è un vantaggio. I pezzi li ho uniti a mano, con ago e filo resistente, in certi punti ho usato anche della colla per tessuti per rinforzare. Ho evitato le cuciture centrali dei jeans perché troppo spesse ma ho recuperato tasche, orli, etichette. Una delle parti più riuscite è quella con due tasche posteriori affiancate, diventate portaoggetti per telecomando e riviste. Un piccolo dettaglio funzionale che ha dato carattere al risultato finale.

pouf di jeans
Un progetto semplice per cambiare prospettiva – foto AI – designmag.it

Il colore dominante è rimasto il blu ma in tante sfumature: indaco, slavato, blu scuro, quasi nero. Niente tinta unita, niente simmetrie forzate. Il patchwork è venuto da solo, guidato dalla forma del pouf e dalla misura dei ritagli. In alcuni punti ho anche cucito in diagonale per seguire meglio i volumi, e questo ha creato un effetto dinamico che all’inizio non avevo previsto. Il risultato, alla fine, è stato molto più contemporaneo di quanto pensassi. Con un po’ di luce naturale e un tappeto neutro sotto sembrava quasi un pezzo di design in stile industriale.

Chi viene a casa lo nota immediatamente ma non capisce subito cosa sia. Tutti pensano sia un acquisto nuovo, magari vintage. Quando dico che è fatto con jeans vecchi il più delle volte vedo espressioni perplesse. Ma è anche questo il bello: dare un senso diverso a ciò che sembrava finito. Non serve chissà cosa, basta un pomeriggio, qualche cucitura e la voglia di ripensare le cose da un altro punto di vista.

Da quel progetto è nato un modo nuovo di guardare agli oggetti in casa. Ho iniziato a vedere potenziale dove prima vedevo solo roba vecchia. E questo non ha solo alleggerito i cassetti ma ha reso gli ambienti più vivi, più miei.

Gestione cookie