La legge italiana prevede che in determinati casi è obbligatorio nominare un amministratore di condominio, figura che si occupa della gestione e dell’amministrazione dello stabile. In particolare, la nomina, che deve avvenire durante l’assemblea, è obbligatoria se nell’edificio il numero dei condomini è superiore ad otto, in caso contrario la gestione può essere affidata ad uno dei residenti.
Sempre come stabilito dalla legge, l’amministratore può essere chiamato a risarcire i danni ai condomini in alcuni specifici casi. Capiamo in quali situazioni può essere richiesto un risarcimento a chi gestisce e amministra l’edificio e come bisogna tutelarsi.
Amministratore di condominio, quando il professionista è chiamato a risarcire i danni
Al verificarsi di determinati comportamenti, come prevede il Codice Civile, l’amministratore di condominio nominato in assemblea può essere chiamato a risarcire i residenti dello stabile che possono richiedere anche la revoca del mandato.

Questo può avvenire quando il professionista è negligente, inerte o colpevole di una gestione non corretta dello stabile. Ad esempio, i condomini possono richiedere un indennizzo quando l’amministratore non informa i residenti di lavori importanti da effettuare allo stabile o se omette la richiesta di revisione di tabelle millesimali da parte di un condomino.
Non solo, sempre stando a quanto stabilisce il Codice Civile, il professionista dovrà risarcire i condomini in tutti i casi di cattiva gestione dell’edificio e che comportano dei danni agli stessi residenti o allo stabile. Per fare degli esempi, questa situazione si verifica se l’amministratore sottrae delle somme dalle casse condominiali o se non si occupa della manutenzione ordinaria o ancora se non tiene in maniera regolare la contabilità. Per richiedere il risarcimento citando in giudizio il professionista bisognerà fornire prova della cattiva gestione dimostrando la responsabilità di quest’ultimo.
Infine, è previsto un risarcimento per i condomini anche se l’amministratore non adempie in maniera diligente agli obblighi stabiliti dalla legge. Ad esempio, tale comportamento si verifica se l’amministratore non fa rispettare il regolamento deliberato in assemblea o se non fornisce i registri della contabilità ad un condomino che ha richiesto di consultarli.
In tutti questi casi, il professionista può essere chiamato in giudizio e anche un’assemblea che a maggioranza escluda la sua responsabilità verrà valutata nulla. Rimane, però, l’onere della prova a carico del condomino che dovrà dimostrare quanto accaduto. Un giudice poi valuterà la condotta e stabilirà l’eventuale indennizzo a favore dei residenti dello stabile.