Dimentica le pareti attrezzate classiche: ora si arreda con pannelli in tessuto

Negli spazi moderni le pareti attrezzate classiche cedono il passo a pannelli in tessuto, una scelta d’arredo che cambia il modo di vivere gli ambienti domestici.

C’è stato un momento in cui la parete attrezzata era la risposta a tutto. Salotti stretti? Parete attrezzata. Cucina da nascondere? Parete attrezzata. Stanze piccole e bisogno di ordine? Sempre lei. Negli ultimi anni, è diventata quasi un’icona dell’arredo furbo. Una specie di coltellino svizzero del design: compatta, funzionale, a volte persino bella. Ma ora qualcosa si muove. C’è un altro modo di separare, arredare e personalizzare gli ambienti.

Anche noi di DesignMag ce ne siamo accorti: le case iniziano a respirare di più. I volumi diventano più morbidi, i materiali cambiano. E al posto della solita parete attrezzata spunta qualcosa di più leggero, più fluido. Parliamo dei pannelli in tessuto. Ne hai mai sentito parlare? Sembrano semplici ma stanno rivoluzionando il modo di pensare gli spazi. Prima di giudicare, però, proviamo a capire cosa li rende così interessanti. E perché stanno iniziando a mettere in discussione anni di soluzioni compatte e rigide.

Dividere senza chiudere: quando il tessuto prende il posto del legno

Se pensi che questi pannelli siano solo un elemento decorativo, ti stai perdendo metà del loro potenziale. Certi modelli hanno mensole leggere agganciate, tasche invisibili per infilarci quello che vuoi, addirittura moduli contenitori integrati e tutto senza appesantire lo spazio. Noi li abbiamo visti usati in case piccole dove ogni centimetro conta e ti chiedi davvero se siano magia o solo buon design. Perché riescono a contenere senza ingombrare, a creare ordine senza imporsi. Non c’è più bisogno del mobile-monolite per avere funzionalità. 

Angolo studio
Dividere senza chiudere: quando il tessuto prende il posto del legno – foto studiot.it – designmag.it

Un altro punto che ci ha colpito è quanto riescano a migliorare l’acustica. Chi vive o lavora in ambienti open lo sa bene: il suono rimbalza ovunque e alla lunga stanca. Non c’è bisogno di essere audiofili per rendersene conto. Un ambiente troppo rumoroso ti sfibra. Eppure, per anni ci siamo affidati a soluzioni tecniche, pannelli rigidi e brutti, nascosti dietro quadri o finti arredi. Con i pannelli in tessuto cambia tutto. Assorbono il suono in modo naturale e fanno parte dell’arredo, senza travestimenti. Ti migliorano la giornata senza che tu debba farci caso.

Ma forse la cosa che ci piace di più è come riescono a creare separazioni morbide. Parliamoci chiaro, non tutte le case hanno pareti a sufficienza, e spesso non ne vogliamo di più. Però abbiamo bisogno di angoli diversi, spazi per concentrarsi, leggere, rilassarsi. Allora ecco che il pannello entra in scena. Lo appendi, lo sposti, lo giri. Un giorno è uno sfondo per lo smart working, il giorno dopo divide l’ingresso dal resto della casa.

Salotto
Perché oggi ci servono soluzioni più morbide – foto studiot.it – designmag.it

E poi sono belli, davvero belli. Vogliamo parlare di colori, materiali, texture? Ce n’è per tutti i gusti. Ci sono pannelli stampabili, altri con effetti 3D, altri ancora che sembrano opere d’arte tessile. I brand seri ci si sono buttati con entusiasmo. Snowsound e Caimi fanno cose pazzesche, anche dal punto di vista acustico. Kvadrat usa materiali riciclati con una resa estetica notevole. IKEA, come sempre, ha preso un approccio più semplice e modulare.

E quindi, che facciamo? Continuiamo a vivere tra mobili fissi e pareti ingombranti? O iniziamo a pensare che anche il design può essere leggero, adattabile, più vicino alla nostra vita reale? Noi un’idea ce la siamo fatta.

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