Cosa rischio ad avere un collaboratore domestico non in regola in casa? Le sanzioni sono pesantissime

Chi ha un collaboratore domestico non in regola rischia grosso, le sanzioni da pagare sono molto onerose. 

Utile avere un collaboratore domestico che aiuta a tenere casa in ordine e a fare le faccende domestiche. Tornare e trovare tutto sistemato e magari anche la cena pronta è un sogno. Naturalmente il servizio ha un costo che diventa ancora più oneroso dovendo mettere in regola il lavoratore. Eppure le alternative sono peggiori.

Se si ha l’intenzione di assumere un collaboratore domestico bisogna mettersi in testa di fare le cose per bene. Serve un contratto per regolarizzare la posizione ed evitare di incorrere in pesanti sanzioni. Non va favorito il lavoro in nero anche se significherà affrontare una spesa più elevata tra contributi e costi vari. Nonostante le campagne di informazione e sensibilizzazione in Italia il lavoro domestico in nero è ancora molto presente.

Parliamo di circa 834 mila colf e badanti molte delle quali non hanno un regolare contratto di assunzione. Indipendentemente dalle motivazioni alla base di questa scelta bisogna sapere che la Legge non la ammette. Secondo la normativa italiana, infatti, il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare all’INPS l’assunzione del collaboratore domestico entro 24 ore dall’inizio del rapporto di lavoro.

Obblighi per chi assume collaboratori domestici

Il datore di lavoro per comunicare l’assunzione può agire in autonomia oppure rivolgendosi a Patronati, intermediari autorizzati o consulenti del lavoro. Se non dovesse iscrivere il collaboratore domestico commetterebbe una violazione molto grave punita con multe dai 1.500 euro ai 12 mila euro per ogni lavoratore in nero. Non solo, le sanzioni saranno maggiorate di 150 euro per ogni giorno di lavoro effettivo.

Soldi che piovono
Obblighi per chi assume collaboratori domestici (Designmag.it)

Queste somme si andranno ad aggiungere a quelle relative alle multe per omessa comunicazione e mancato pagamento dei contributi. Si capisce come la spesa sarà molto alta per il datore di lavoro che non rispetta la Legge. Nello specifico se non si versano i contributo la sanzione sarà pari al 30% su base annua dell’importo evaso con un minimo di 3 mila euro e un massimo del 60%.

Una vera batosta che diventa ancora più gravosa considerando che al datore di lavoro verrà imputato anche il ritardo dei versamenti con l’applicazione degli interessi.

Entro i 12 mesi dalla scadenza si parla del 6,50% annuo fino ad un massimo del 40%. In più scatta il reato di evasione contributiva con sanzioni e ripercussioni legali. Se il collaboratore domestico dovesse essere straniero senza permesso di soggiorno si incorrerebbe anche in sanzioni penali. Reclusione da sei mesi a quattro anni più multe tra i 5.164 euro e i 25.822 euro per un debito inferiore a 4 mila euro.

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