Condominio, proprietari ed inquilini festeggiano: hanno diritto ad un risarcimento

Una notizia che porta sollievo a chi vive in condominio e soffre quotidianamente per rumori eccessivi provenienti da ascensori, impianti di riscaldamento o altre installazioni comuni.

La giurisprudenza italiana sta consolidando un orientamento favorevole ai residenti che subiscono immissioni sonore intollerabili. Non serve più dimostrare un danno fisico documentato medicalmente: basta provare che il rumore compromette la qualità della vita quotidiana.

Questa evoluzione rappresenta una svolta importante perché riconosce che la casa deve essere un luogo di riposo e tranquillità. Quando impianti mal funzionanti o non adeguatamente manutenuti impediscono di vivere serenamente, i condomini possono agire legalmente per ottenere sia la rimozione del problema che un indennizzo economico per i disagi patiti.

Il diritto alla tranquillità domestica viene prima della certificazione medica

La Corte d’Appello di Firenze ha emesso una sentenza rivoluzionaria che cambia le regole del gioco in materia di risarcimenti condominiali. Il caso riguardava un proprietario il cui appartamento si trovava in posizione particolarmente sfortunata, con il soggiorno adiacente al vano ascensore.

I rumori costanti prodotti dall’impianto rendevano impossibile svolgere le normali attività: conversare con i familiari, guardare la televisione o semplicemente rilassarsi diventava un’impresa. Il tribunale di primo grado aveva respinto la richiesta di risarcimento perché mancavano esami medici specifici che provassero un danno biologico.

Una donna che riposa serena sul suo divano
Il diritto alla tranquillità domestica viene prima della certificazione medica – designmag.it

Ma i giudici di secondo grado hanno ribaltato questa decisione, affermando un principio fondamentale: il danno non patrimoniale causato da rumori eccessivi esiste indipendentemente dalla salute fisica. Si tratta di una lesione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, tutelato costituzionalmente. La corte ha riconosciuto che quando le immissioni superano la normale tollerabilità, il pregiudizio alla serenità domestica può essere presunto in base al buon senso e all’esperienza comune, senza bisogno di perizie mediche complesse.

Quanto si può ottenere e come procedere per tutelare i propri diritti

Nel caso specifico, la magistratura ha quantificato il risarcimento in cento euro mensili per un periodo di cinque anni, calcolati dalla prima segnalazione fino all’esecuzione dei lavori correttivi. Questa liquidazione equitativa dimostra che i giudici possono valutare il danno anche senza prove documentali rigide, basandosi sulla gravità e durata del disagio.

Per ottenere tutela, i condomini devono innanzitutto documentare il problema attraverso segnalazioni formali all’amministratore e, se possibile, rilievi fonometrici che attestino il superamento delle soglie acustiche legali. È importante raccogliere testimonianze e annotare come i rumori interferiscano con le attività quotidiane. L’azione legale può mirare a due obiettivi: obbligare il condominio a eseguire interventi di insonorizzazione o riparazione degli impianti difettosi, e ottenere un risarcimento per il periodo di sofferenza subita.

Questa giurisprudenza si inserisce in un filone consolidato che tutela non solo la salute fisica ma anche il benessere psicologico e la qualità della vita abitativa. Inquilini e proprietari hanno finalmente uno strumento concreto per far valere il diritto a vivere serenamente nella propria casa, senza dover sopportare passivamente disagi causati da inefficienze condominiali.

Gestione cookie