Questioni condominiali e problemi sono una combinazione sempre più stretta. Sono molti infatti, i dibattiti che spesso si aprono tra condomini riguardo alcune tematiche comuni.
Il problema dei parcheggi è, in generale e nelle grandi città, un tasto dolente per moltissime persone. Avere una casa, o un lavoro, che permetta di trovare posto facilmente, diventa una chimera per tanti, ed un motivo chiave per alcune scelte importanti.
Parcheggio auto davanti al garage, come funziona nei condomini
Trovare una casa dove trovare parcheggio non sia un problema, è diventato per milioni di persone una questione importante. Stesso discorso vale per il lavoro, ed in generale per tutti gli spostamenti. Dei recenti studi hanno confermato che passiamo molte ore della giornata in mezzo al traffico e alla ricerca del parcheggio, con conseguente stress e soprattutto perdita di tempo prezioso per la vita ed il benessere.
Se invece si vive in un condominio dove sono presenti dei posti auto, la questione si ribalta. Ma non sempre questo è un punto a favore, o meglio è importante fare attenzione alle regole per non trovarsi in mezzo a fastidiose controversie. Lo studio Brocardi ha condiviso a questo proposito una recente decisione della Cassazione legata alle questione dei box auto e dei loro proprietari.
Parliamo del caso di una proprietaria di un box auto in un condominio che era convinta di avere il diritto assoluto di parcheggiare l’auto nell’area comune proprio davanti al suo garage, ritenendo che questo “privilegio” fosse implicito, soprattutto perché pagava le spese per il passo carraio.
Quando l’assemblea condominiale ha votato per vietare completamente la sosta nel cortile comune, la signora ha fatto causa, dando il via a una lunga battaglia legale che è arrivata fino alla Corte di Cassazione.
I giudici della Cassazione, con la sentenza n. 25227/2025, hanno dato torto alla proprietaria. Il principio fondamentale stabilito è: ciò che non è scritto non esiste. Esaminando l’atto di acquisto del box, hanno visto che l’area era definita chiaramente come “bene comune”, senza alcuna menzione di un diritto di parcheggio riservato.
Secondo la legge quindi, un diritto esclusivo così importante su uno spazio comune deve essere specificato chiaramente nel rogito notarile; le abitudini o le convinzioni personali non hanno valore legale contro la documentazione ufficiale.
Inoltre, per trasformare una parte di proprietà comune come il cortile, in un privilegio esclusivo per un singolo (un posto auto fisso), serve il consenso unanime di tutti i condomini. La maggioranza non basta. Al contrario, la delibera che vietava la sosta a tutti per regolare l’uso comune era perfettamente legittima.
La sentenza riafferma perciò che gli spazi comuni appartengono a tutti in egual misura e la loro gestione è decisa collettivamente e democraticamente, non dalle pretese del singolo.