Condominio, attento a quello che scrivi in chat: così rischi una multa da 2.000 euro

Scrivere nella chat di condominio può portare ad una multa di 2 mila euro per delle parole sbagliate.

Nascondersi dietro uno schermo e una tastiera è facile ma non bisogna tralasciare le conseguenze delle parole scritte su una chat. La libertà di parola esiste fino a quando non si lede quella altrui, non si ingiuria o diffama. Sappiamo quanto le parole possano far male più di un pugno e in alcuni casi ciò che si è detto o scritto si ritorce contro.

Noi non possiamo piacere a tutti e non possiamo pretendere che ci piacciano tutte le persone che incontriamo sul nostro cammino. Siamo tutti diversi e questa diversità può essere interessante e un modo per completarsi oppure un elemento chiave per mantenere le distanze e ignorarsi. Ecco, questo è ciò che si dovrebbe fare quando ci si sente in conflitto con una persona, distaccarsi.

Può non essere facile in un contesto che prevede necessariamente un’interazione come l’assemblea condominiale. Qui tante teste devono spesso arrivare a prendere decisioni comuni e se ci si scontra con individui egoisti, supponenti, maleducati è difficile mantenere una comunicazione assertiva e paziente. Eppure bisogna farlo perché ogni parola detta può diventare un’arma a doppio taglio.

Quando si rischia una denuncia per diffamazione in condominio

Durante l’assemblea o successivamente nella chat di condominio potrebbero essere dette parole forti. La rabbia può far dire frasi pesanti dalle conseguenze serie e costose, come una multa da 2 mila euro. Si rischia, infatti, una denuncia per diffamazione, calunnia o ingiuria. La diffamazione scatta quando si offende qualcuno non presente alla conversazione e che, quindi, non può difendersi. L’offesa consiste in una lesione della reputazione altrui ed è punita con la reclusione fino ad un anno oppure con una sanzione fino a 1.032 euro.

soldi e martelletto giudice
Quando si rischia una denuncia per diffamazione in condominio (Designmag.it)

Se si dovessero attribuire fatti specifici ad una persona offesa allora la reclusione arriverebbe a due anni e la multa a 2.065 euro. Non importa che le affermazioni siano veritiere, la diffamazione per screditare la vittima è comunque punibile. Chi pronuncia un’accusa – fondata o meno – incorre in una responsabilità penale. L’ingiuria e la calunnia scattano, invece, quando l’offeso è presente nella conversazione sia che avvenga di presenza che in chat.

L’ingiuria è un illecito civile punito con sanzioni da 100 a 8 mila euro e risarcimento danni. La calunnia scatta se si accusa un condomino oppure l’amministratore di un reato con la consapevolezza che non lo ha commesso. Qui si lede la reputazione altrui e si entra in ambito penale.

Chi calunnia rischia la reclusione da due a sei anni mentre il calunniato può denunciare e chiedere un risarcimento danni. Attenzione alla presenza nella chat ma con lettura del messaggio molto tempo dopo l’invio. Per la Giurisprudenza l’offeso verrà considerato assente e, dunque, scatterà la diffamazione e non l’ingiuria.

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