Casa coniugale, a chi spetta in caso di separazione? Cosa dice la legge

La separazione pone fine al rapporto d'amore tra due persone e prevede una serie di scelte come l'assegnazione della casa coniugale. 

Quando una storia finisce si devono affrontare diverse questioni delicate. Trovare accordi e compromessi può non essere semplice soprattutto se c’è rancore verso l’ex partner. Per il bene dei figli bisognerebbe mettere da parte l’amarezza, la rabbia, la delusione e chiudere la separazione velocemente senza battaglie da dover vincere.

La separazione porta grandi cambiamenti nella vita degli ex partner. Quando una storia d’amore finisce si avverte un senso di tristezza, a volte di rammarico e di sconfitta. Oltre queste sensazioni negative, poi, arrivano i dubbi. Dubbi su come sarà il futuro, su come indirizzare la propria vita e gestire la nuova realtà familiare che si è venuta a creare. In più ci sono le questioni burocratiche da affrontare come l’assegnazione della casa coniugale e l’affidamento dei figli o degli animali domestici.

Se mai dovessero esserci rancore e rabbia tra i partner è proprio con le questioni burocratiche che verrebbero fuori trasformandole in una guerra aperta per avere più dell’altro, per schiacciare l’ex coniuge e vederlo affondare. Purtroppo capita molto spesso e solo un Giudice può porre fine alle battaglie usando la Legge per definire i dettagli della separazione.

A chi spetta la casa coniugale con la separazione

Per casa coniugale si intende il luogo degli affetti, degli interessi e delle consuetudini in cui si è svolta prevalentemente la vita di coppia e dove sono cresciuti i figli. Al fine di proteggere questa stabilità il Giudice assegnerà l’habitat domestico al genitore con cui andranno a vivere i figli. Condizione necessaria, però, è che l’immobile sia al centro della vita familiare al momento della separazione (sentenza 13065/2002 della Cassazione).

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A chi spetta la casa coniugale con la separazione (Designmag.it)

L’articolo 337 sexies del Codice Civile stabilisce che la casa sarà assegnata al genitore convivente con i figli ma non è sufficiente la semplice coabitazione. L’assegnazione, infatti, sarà legata a due condizioni. Deve essere lo stesso immobile in cui la famiglia viveva prima dell’inizio della fine del rapporto e i figli dovranno essere minorenni oppure maggiorenni ma economicamente non autosufficienti senza loro colpa.

Sarà il Giudice a stabilire se esiste o meno uno stabile legame da figlio e immobile. L’interesse dei figli, dunque, è al primo posto nelle decisioni del Giudice. Nel loro interesse potrebbe anche disporre un’assegnazione parziale se l’immobile dovesse consentirlo ma non potrà mai trasferire la proprietà della casa da un coniuge all’altro né imporre dei turni per abitarvi o creare schemi di utilizzo complicati.

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