Molte famiglie si ritrova a dover pagare interamente la nuova caldaia per un banale errore. Scegliere il modello di caldaia sbagliato, infatti, può far perdere il Bonus dedicato all’efficientamento energetico dell’abitazione. Si devono conoscere le nuove regole attive nel 2025 e nel 2026.
Cambiare la vecchia caldaia è una decisione che tutte le famiglie italiane dovranno prendere. Mantenere un impianto a gas datato significa consumare tanto e avere bollette dall’importo elevato. Inoltre la classe di efficienza energetica resterà in G oppure in F, pessimo risultato volendo adattarsi alla Direttiva Case Green che impone la riduzione del 16% dei consumi entro il 2030 per non far perdere valore all’immobile.
Tra i tanti lavori da effettuare per aumentare di livello energetico – pannelli fotovoltaici, cappotto termico, sostituzione degli infissi – c’è proprio la sostituzione della vecchia caldaia a gas con un nuovo modello meno inquinante. Un’informazione va subito appresa e non dimenticata, le caldaie a condensazione non rientrano tra i modelli ammessi al Bonus caldaia.
Quali modelli di caldaie fanno ottenere il Bonus
Le caldaie a condensazioni standard non rientrano più nel Bonus ristrutturazione, nell’Ecobonus e Superbonus (che sparirà nel 2026) per le spese effettuate nel triennio 2025/2027. L’UE impone, infatti, di non incentivare l’acquisto di caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili. Solo se la caldaia a condensazione è stato comprata entro il 31 dicembre 2024 – indipendentemente da quando i lavori sono stati completati – allora si potrà ricevere la detrazione per la spesa.

Oggi i sistemi ibridi sono ammessi al Bonus, parliamo di impianti che integrano una pompa di calore e una caldaia a condensazione. C’è una condizione aggiuntiva, questi modelli ibridi dovranno essere stati assemblati in fabbrica e progettati dal produttore per funzionare insieme.
Questa soluzione è ammessa alla detrazione perché permette di ridurre il consumo di combustibili fossili, migliora la classe energetica dell’immobile e ne aumenta il valore.
La detrazione è del 50% per l’abitazione principale (c’è la proroga per il 2026 nella Manovra) e del 36% per le seconde case. Sono ammesse alla detrazione anche le pompe di calore ad assorbimento a gas, i generatori alimentati a biomassa e i microgeneratori a condizione che rispettino determinate caratteristiche.
I generatori, ad esempio, dovranno essere dotati di sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI e VIII). Oltre i Bonus citati si può approfittare pure del Conto Termico per ottenere un contributo a fondo perduto del 65% per l’installazione di sistemi ibridi.






