Se acquistare casa, oggigiorno, è parecchio difficile, provvedere ai lavori di ristrutturazione lo è altrettanto. I costi delle ditte, in effetti, così come quelli del materiale da acquistare, sono aumentati alle stelle e molte volte anche provvedere a piccoli interventi di manutenzione possono rivelarsi veramente esosi.
Per sopperire ad una situazione del genere ed andare, ancora una volta, incontro alle esigenze della popolazione, in questi casi, lo Stato italiano ha messo a disposizione una serie di bonus. A partire da quello dedicato alla ristrutturazione generale della casa fino a quelli più specifici, gli incentivi da poter sfruttare sono veramente tantissimi.
Nel 2026, a quanto pare, ne arriverà un altro perlopiù vantaggioso. A partire dal prossimo anno, infatti, sarà possibile richiedere il bonus ristrutturazione bagno, che prevede un risparmio di circa il 50% dei costi totali. Un’occasione veramente unica, che senza alcun dubbio farà comodo a tutti.
Come funziona il bonus ristrutturazione bagno del 2026
Il bagno, così come la cucina, è una di quelle zone di casa che più risente dello scorrere del tempo. Per tale ragione, dopo diversi anni, è molto importante provvedere ai lavori di ristrutturazione, onde evitare situazioni spiacevoli e brutti danni alle fondamenta.

A partire dal 2026, d’altra parte, è possibile procedere ad alcuni lavori di ristrutturazione riuscendo a risparmiare ben il 50% sul costo totale, nel caso di abitazioni principali, e il 36%, invece, per seconde case ed altre immobili. Sia nell’uno che nell’altro caso, la soglia massima da poter detrarre è di circa 96 mila euro da suddividere in 10 rate annuali con lo stesso importo.
Questo, quindi, significa che se la ristrutturazione del bagno è costata intorno ai 20 mila euro, si riuscirà ad ottenere una detrazione di 10 mila euro suddiviso in 10 anni, quindi ottenendo circa 1000 euro all’anno. Insomma, un’occasione da cogliere al volo, di cui però bisogna conoscerne ogni dettaglio.
Non tutti i lavori di ristrutturazione, infatti, sono ammessi in questo bonus. A quanto pare, infatti, ne sono esclusi quegli interventi puramente estetici, quali installazione di nuove piastrelle, tinteggiatura e quant’altro. Al contrario, rientrano quelli di ristrutturazione straordinaria. Da qui, quindi, si capisce perché – ancora prima di chiederlo – sarebbe opportuno affidarsi ad un esperto.
Tra i lavori da poter svolgere e che, quindi, rientrano in questo bonus, vi sono: il rifacimento dell’impianto idrico, l’installazione di nuovi sanitari, una nuova impermeabilizzazione, la demolizione e la ricostruzione delle superfici ed, infine, la modifica della disposizione interna. Insomma, si tratta di lavori che vanno ad apportare un cambiamento all’ambiente.
In aggiunta, si può ottenere una detrazione anche per le spese accessorie, quindi per tutto ciò che riguarda la progettazione e le consulenze tecniche, le documentazioni come CILA, materiali e manodopera e smaltimento macerie. Ed anche per interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche come sanitari per persone con disabilità, maniglioni, docce a filo pavimento e ampliamento degli spazi di manovra.
Infine, il bonus può essere richiesto anche dai condomini, purché la documentazione presentata abbia come ‘protagonista’ solo ed esclusivamente le parti in comune di un determinato stabilimento. Ed abbia a che fare con la manutenzione ordinaria.
Come richiederlo e quali sono i requisiti
Per ottenere il bonus, ovviamente, è molto importante non soltanto ‘testimoniare’ i lavori di ristrutturazione, ma anche presentare una valida documentazione.

In questo contesto, quindi, è importante che la persona a cui è intestata la fattura sia la stessa che paga attraverso il proprio conto corrente e richiede, ovviamente, l’agevolazione. Ed, inoltre, che le fatture siano ben dettagliate. In particolare, sul documento devono esserci necessariamente una serie di informazioni.
Si parte, quindi, dai dati del professionista o dell’azienda che opera alla ristrutturazione, specificando numero di iscrizione alla Camera di Commercio, la Denominazione o Ragione Sociale, la Partita Iva, indirizzo e contatti.
E si arriva, infine, ai dati dell’intestatario, compreso il codice fiscale, e alla causale e descrizione dell’intervento, quindi si specifica se si tratta di acconto o saldo, elenco dei lavori, riferimenti alla CILA, indirizzo edificio in cui sono eseguiti i lavori e dati catastali.
Così come il Bonus elettrodomestici, anche quello sulla ristrutturazione del bagno, prevede una serie di requisiti imprescindibili. Chi lo richiede, infatti, deve sostenere la spesa e deve avere un titolo sull’immobile, che ovviamente deve essere residenziale. I lavori, come detto, devono essere di manutenzione straordinaria. I pagamenti, inoltre, devono essere tracciabili e, infine, la pratica edilizia deve essere conforme.






