L’amministratore condominiale, in casi specifici, può chiedere un maggiore introito dai condomini. E loro non possono rifiutarsi.
Ogni amministratore condominiale ha diritto a un compenso per le sue prestazioni. Tuttavia, in alcuni casi, questo compenso può lievitare. I residenti, per altro, sono obbligati ad accettare l’aumento dell’assegno. Dovrebbero però prestare attenzione a un dettaglio fondamentale. Senza tali condizioni, l’amministratore non può pretendere più denaro.
Quando l’amministratore condominiale può chiedere più soldi
Tra i compiti dell’amministratore condominiale vi è quello di eseguire le delibere assembleari. Tra queste figurano spesso interventi di manutenzione ordinaria – generalmente periodici – e straordinaria, che possono riguardare la riparazione e ristrutturazione, l’eliminazione di eventuali barriere architettoniche, il miglioramento del bene comune al fine di facilitarne l’utilizzo. Mentre per la manutenzione ordinaria l’amministratore non ha bisogno del consenso dei condomini, il discorso è diverso per le opere di manutenzione straordinaria.

In tal caso dovrà organizzare un’assemblea e proporre il progetto: obiettivo, azienda appaltatrice e preventivo. I residenti deliberano sulla base delle informazioni presentate dall’amministratore. A questo punto si apre un fondo che raccoglie le quote degli inquilini. Sarà l’amministratore condominiale a controllare i contributi. Questo però non sarà il suo unico compito. Dovrà anche:
- mantenere contatti frequenti con l’azienda appaltatrice per controllare il progredire dei lavori;
- garantire la sicurezza del bene comune, prestare dunque attenzione che gli operai non danneggino il complesso condominiale durante i lavori;
- gestire i pagamenti (sospenderli, destinarli all’appaltatore, prelevare dal fondo ecc.);
- informare periodicamente gli inquilini circa modifiche, problematiche e simili. Organizzando periodicamente un’assemblea di aggiornamento;
- procedere alla riscossione coattiva qualora un condomino – o più – si rifiuti di concedere la sua quota.
Si tratta, come si evince, di un impegno notevole. Va ben oltre i compiti usuali di un amministratore condominiale. Per questo motivo, la legge gli consente eventualmente di chiedere una cifra che sopperisca alle sue prestazioni. I condomini saranno chiamati a versarla a una condizione: deve essere pattuita in assemblea condominiale e inclusa nel preventivo, durante la fase di approvazione del progetto. Ergo: l’amministratore non può richiedere un pagamento in seguito all’inizio dei lavori.
In quel caso i condomini potranno legittimamente rifiutarsi di pagare la prestazione e persino chiedere che vengano restituite somme indebitamente percepite. Laddove l’amministratore manifesti un comportamento illecito reiterato nel tempo, si può procedere con la revoca per giusta causa e affidare l’intervento di manutenzione straordinaria a un altro incaricato.