Con la sentenza della Cassazione anche l’Agenzia delle Entrate deve adeguarsi alle nuove regole relative alla sanzione per tardiva registrazione dei contratti di locazione. La risoluzione di riferimento è 56/E/2025 e stabilisce un importante cambio di rotta nel calcolo.
Dopo la stipula, il contratto di affitto dovrà essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate entro i 30 giorni. Per la notifica all’inquilino dell’avvenuta registrazione possono passare, invece, fino a 60 giorni. L’onere di registrazione spetta al proprietario dell’immobile dato in locazione e l’inquilino ha la facoltà di chiedere al proprietario una prova dell’avvenuta registrazione e del pagamento dell’imposta.
Se il contratto dovesse essere registrato dopo i 30 giorni senza che siano partiti accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, il proprietario potrà regolarizzare la posizione tramite ravvedimento operoso entro un anno dalla firma del contratto. Con la risoluzione 56/E/2025 l’AdE ha segnalato un nuovo calcolo sulle sanzioni per la registrazione tardiva accogliendo le indicazioni della Corte di Cassazione.
Per i contratti pluriennali con opzione di pagamento annuale, nello specifico, l’imposta sarà corrisposta solo per le prima annualità e non per quella dell’intera durata el contratto.
Sanzione per tardiva registrazione del contratto d’affitto
La sanzione non dovrà più essere corrisposta per tutti gli anni della durata del contratto pure in caso di pagamento annuale. Ora la sanzione sarà commisurata all’imposta del primo anno di contratto rispettando il principio di proporzionalità. Non cambiano le aliquote applicate ossia il 120% dell’imposta dovuta con importo minimo di 250 euro per la sanzione ordinaria e il 45% con minimo di 150 euro per le sanzioni ridotte con ritardi inferiori a 30 giorni.

L’Agenzia delle Entrate ha dovuto accettare questo cambiamento di calcolo dopo che la Corte di Cassazione ha affermato la natura annuale dell’imposta di registro sui canoni di locazione.
L’obbligo tributario per il proprietario dell’immobile nasce e si rinnova di anno in anno. Applicare la sanzione su tutte le annualità future significherebbe per la Cassazione creare una conseguenza inammissibile ossia la scissione tra relazione di causalità e proporzionalità che, invece, è necessaria tra illecito e sanzione.
La sanzione ossia la punizione era troppo sproporzionata rispetto al reato commesso ossia aver tardato nella registrazione del contratto. Da qui la decisione di limitare la sanzione al primo anno.
Non cambiano, invece, le regole per le altre violazioni come il tardivo pagamento delle annualità successivi (sanzione del 25%) e la tardiva registrazione dei contratti in cedolare secca punita con un importo fisso, non in percentuale.