Ristrutturare il proprio appartamento non significa essere liberi di effettuare tutti gli interventi desiderati. Quando si tratta di lavori invasivi, infatti, bisogna conoscere il regolamento condominiale e agire in sicurezza. Ci sono casi in cui i vicini potrebbero avanzare una richiesta di risarcimento per danni.
Arriva per tutti il momento di ristrutturare casa. Un impegno gravoso sia dal punto di vista economico che mentale ma necessario perché le abitazioni nel tempo sono soggette a degrado. Il bagno si deve rifare ogni 15/20 anni, le pareti vanno ritinteggiate, gli infissi sostituiti con modelli a più alta efficienza energetica. Poi ci sono gli impianti da sistemare e la pavimentazione da rinnovare.
Quando si interviene pesantemente si può pensare di modificare gli spazi dell’abitazione buttando giù tramezzi, ad esempio, o alzando altri muri. Proprio quando si decide di eliminare un tramezzo bisogna fare molta attenzione. Secondo la Cassazione, infatti, anche un tramezzo originariamente non portante se rimosso senza prima aver effettuato le dovute verifiche può causare danni strutturali importanti. La responsabilità sarebbe di chi lo ha demolito.
Rimozione di un tramezzo, quando scatta il risarcimento danni
Con tramezzo si intende una parete interna non portante che divide gli spazi interni. La rimozione non dovrebbe avere conseguenze a meno che nel tempo quel tramezzo non sia diventato un elemento portante sostenendo controsoffitti, impianti pesanti, travi secondarie oppure. Può succedere anche che il tramezzo sia stato erroneamente considerato non portante o che siano state alterate le distribuzioni di carico.

Prima di rimuoverlo, dunque, è bene procedere con una verifica per controllare la situazione attuale del tramezzo. In caso contrario si rischiano fessurazioni nei muri vicini, cedimenti locali, compromissioni della staticità, danni irreversibili alla struttura portante. Specialmente negli edifici più vecchi, poi, i muri divisori possono diventare elementi importanti per la stabilità complessiva e la corretta distribuzione delle sollecitazioni strutturali. Rimuovere il tramezzo significherebbe, dunque, provocare crepe o lesioni nei muri.
La Cassazione ha sottolineato un principio, il nesso di causalità è un elemento costitutivo dell’illecito civile e sarà compito del Giudice individuare la concausa che ha effettivamente causato l’eventuale danno. Lo farà applicando un criterio selettivo volto ad isolare la “causa di prossimo rilievo” ossia la causa che da sola è stata sufficiente a provocare l’evento dannoso. Se tale causa è riconosciuta nella rimozione del tramezzo, chi stava effettuando la ristrutturazione verrà considerato responsabile dei danni e dovrà risarcire il condominio.