Volevo un angolo solo mio e l’ho trovato grazie a un trucco che non costa una ristrutturazione

Dai paraventi ai pannelli in tessuto o legno, i divisori Leroy Merlin e simili sono la soluzione accessibile per ricavare un angolo personale senza ristrutturare.

Per tanto tempo mi sono accontentata di spazi condivisi, senza avere un vero punto che potessi chiamare solo mio. Camere multifunzione, un soggiorno che era al tempo stesso salotto, ufficio e zona pranzo, una camera da letto che sembrava non avere mai un confine preciso. E ogni volta che cercavo un po’ di privacy, mi ritrovavo a pensare a grandi lavori di ristrutturazione, muri da tirare su, interventi che richiedevano budget e soprattutto caos in casa. Poi ho avuto un click: non serviva un muro, mi bastava un divisorio.

L’idea è nata quasi per caso, mentre sfogliavo un catalogo. Ho capito che quello che mi mancava non era una stanza nuova, ma una separazione visiva. Un confine leggero, qualcosa che desse l’illusione di uno spazio tutto mio senza cambiare la struttura della casa. E così ho iniziato a guardare modelli, a immaginare come sarebbero stati in salotto o vicino alla scrivania, fino a quando ne ho trovato uno che funzionava davvero e mi ha permesso di ricavare il mio angolo.

Angoli da lavoro, zona letto, corridoi e open space che cambiano volto

Le soluzioni che si trovano in commercio oggi sono moltissime e hanno un vantaggio immediato: non ti obbligano a lavori pesanti. Un pannello pieghevole o un divisorio scorrevole si sposta, si apre o si chiude in base a come vuoi vivere la stanza. Alcuni sono in tessuto, morbidi e discreti, altri in legno massello e quindi più importanti, altri ancora in bambù che portano calore e un tocco naturale. Il bello è che si possono provare senza rischiare troppo: il costo è contenuto e se non funziona in un punto, basta spostarlo altrove.

Quando ho iniziato a cercare il mio, mi sono resa conto che nei cataloghi Leroy Merlin e simili c’è davvero di tutto. Ci sono le pareti divisorie a tre pannelli in tessuto antracite, dal prezzo accessibile e dalla linea sobria. Ho guardato anche il pannello divisorio in bambù da 250×165 cm: caldo, naturale, perfetto per chi ama le texture materiche e vuole un effetto quasi zen. C’è il pannello grigliato in polipropilene Musive da 200×100 cm, leggerissimo e molto pratico per spazi che non devono sostenere troppo carico visivo. E se invece si cerca un aspetto più robusto, il modello a tre pannelli in legno massello è una soluzione che dà carattere e stabilità, perfetta in stanze grandi o open space.

Pannelli divisori giapponesi
Angoli da lavoro, zona letto, corridoi e open space che cambiano volto – foto leroymerlin.it – designmag.it

Per chi vuole più copertura, esistono divisori a quattro pannelli in tessuto. Quello da 200×200 cm arreda senza chiudere, mentre il formato più compatto da 160×170 cm funziona bene in ambienti ridotti, come corridoi o camere piccole. Ho visto anche la variante a tre pannelli in tessuto nero, che mi è piaciuta per la sua eleganza discreta. Immaginatela dietro a una scrivania! Crea subito un fondale ordinato e pulito, perfetto anche per chi lavora in smart working e ha bisogno di un angolo definito.

La posizione del divisorio è la chiave. Io l’ho messo vicino alla scrivania, in modo da separare la zona lavoro dal soggiorno, ma funziona bene anche accanto al letto per creare una piccola nicchia da lettura. In open space può dividere zona pranzo e zona divano senza togliere luce. Vicino a una finestra, invece, può fare da schermo parziale: lascia entrare il sole ma protegge la privacy. In ogni caso, l’effetto è quello di un nuovo spazio che prima non c’era.

Pannello divisorio nero
Un angolo personale creato senza muratori né rivoluzioni domestiche – foto leroymerlin.it – designmag.it

È importante però scegliere bene i materiali. Un divisorio in tessuto leggero va bene per un uso sporadico, ma se pensi di aprirlo e chiuderlo spesso è meglio puntare su tessuti resistenti o strutture in legno e metallo. Attenzione anche alla stabilità: fissare la base con piedini antiscivolo o appoggiarlo bene alla parete evita piccoli incidenti. E se scegli un modello scorrevole, una guida leggera può renderlo più pratico.

Alla fine mi sono resa conto che per avere un angolo tutto mio non serviva rivoluzionare la casa, ma solo introdurre un confine visivo. Poche decine di euro, nessuna polvere, nessun muratore, e una sensazione nuova di intimità che ha cambiato il modo in cui vivo i miei spazi.

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