Volevo solo sistemare le piante in balcone e il mio vicino di casa mi ha denunciato: ora dovrò pagare l’avvocato

Se sistemi le piante di un balcone che non è di tua proprietà, magari per i rami sconfinanti, rischi di essere perseguito legalmente.

Il caso proposto al Tribunale di Imperia il 21 maggio 2025: una società, proprietaria di un immobile confinante con la residenza di una donna, ha pagato una ditta affinché recidesse alcuni rami sconfinanti di sua privata gestione. In fase di ridimensionamento della pianta, gli operai hanno – per altro – danneggiato la recinzione perimetrale della villa. La diretta interessata ha denunciato la società responsabile dell’intervento. Il giudice ha stabilito che dovrà essere risarcita. Entriamo nel merito.

Potare autonomamente le piante sconfinanti: non si può fare

Il luogo comune secondo cui i rami sconfinanti diventino proprietà dell’inquilino della residenza “violata” è un falso legislativo. La pianta, dunque, rimane di gestione esclusiva di colui o colei che la possiede. Al contempo, non è possibile consentire ai suoi rami e al fogliame di invadere il giardino o il balcone altrui. In quanto questo può provocare una serie di disagi: sporcizia, rischio infortuni a causa dei rami sporgenti, inquinamento visivo e così via.

Persona recide un ramo
Potare autonomamente le piante sconfinanti: non si può fare – designmag.it

La legge stabilisce diversi atti illeciti, vietando però ogni tipo di reazione da parte del privato cittadino. Per intenderci: se il vostro vicino, ad esempio, fa rumore e disturba nelle ore di silenzio condominiali, non potete certo entrare nella sua abitazione e distruggergli lo stereo. Il medesimo discorso vale per le piante, soprattutto se considerate patrimonio ornamentale. Nel momento in cui i rami sconfinano nella vostra proprietà, la prima cosa da fare è chiedere all’inquilino dell’immobile di provvedere.

In caso di mancata collaborazione del proprietario della pianta, è necessario rivolgersi all’amministratore condominiale oppure alle autorità. Saranno loro, seguendo un percorso burocratico preciso, a obbligare il diretto interessato a potare la pianta in questione. Non potrà rifiutarsi, in quanto invade un’area privata. Il Tribunale di Imperia lo ha chiarito con la sentenza n. 272, togliendo ogni dubbio in merito e sfatando definitivamente il luogo comune.

I comportamenti illeciti vanno puniti. La legge esiste per un motivo. Tuttavia, non è consentito sostanzialmente “farsi giustizia da soli”. La società, proprietaria dell’immobile coinvolto nella vicenda, ha quindi dovuto risarcire la donna. Non solo per il danneggiamento della pianta ornamentale, ma anche per la recinzione perimetrale della villa.

Hanno infatti violato deliberatamente l’art. 2043 del Codice Civile, il quale stabilisce che “qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.

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