Era una di quelle giornate lente, in cui hai voglia di sistemare ma non troppo, e l’occhio ti cade su quella pila di riviste accantonate da mesi. Le avevo tenute perché mi dispiaceva buttarle, anche se sapevo che non le avrei mai più sfogliate davvero. Poi mi è venuta un’idea quasi per caso. Avevo voglia di aggiungere qualcosa di leggero sulla mensola del soggiorno, qualcosa che fosse decorativo ma non troppo pretenzioso, e soprattutto che non costasse nulla.
Così ho cominciato a tagliare, piegare, arrotolare, senza sapere esattamente dove sarei andata a finire. E alla fine mi sono ritrovata con una piccola composizione fatta di carta che, per forma e presenza, ricordava un gruppo di candele. Ho capito che l’idea funzionava non solo perché era carina da vedere, ma perché raccontava qualcosa. Una piccola storia fatta di oggetti di recupero, di tempo libero speso bene e di quel tipo di bellezza che nasce più dalla cura che dal materiale.
Come trasformare vecchie riviste in candele decorative
Una volta capito il meccanismo, tutto è diventato più fluido. Ho cominciato ad arrotolare le pagine con più cura, scegliendo quelle con i colori più belli o con trame interessanti. A volte le piegavo a fisarmonica prima di arrotolarle, così da dare più movimento alla superficie. Le incollavo tra loro a gruppi dispari, perché l’asimmetria ha sempre più fascino, e poi le fissavo su un piccolo dischetto di cartone.
Bastava davvero poco per passare dal lavoretto al complemento d’arredo. E quando ho cominciato a decorarle, con un po’ di vernice spray o con qualche tocco di glitter e colla a caldo (perfette per Natale), sono diventate oggetti che avrei potuto tranquillamente vedere in un concept store.

Fare questo tipo di progetto ha qualcosa di rilassante. Ti porta via poco tempo ma ti coinvolge, ti permette di usare le mani, di scegliere i dettagli, di costruire qualcosa da zero senza pressione. E se lo fai con i bambini, la magia è doppia. Loro si divertono con le forme, con i colori, con l’idea di creare qualcosa che resta. Tu, intanto, hai modo di spiegare che anche le cose vecchie possono rinascere. Non c’è bisogno di perfezione, basta un po’ di attenzione.

La cosa che mi ha sorpresa di più è stato il modo in cui queste candele si sono adattate a diversi angoli della casa. Ne ho messa una serie su una mensola, accanto a una piantina e a qualche libro. Un’altra composizione più piccola è finita in bagno, sopra un vassoietto con una saponetta e una ciotolina in ceramica. Una l’ho regalata, dentro una scatola fatta a mano. Una volta che ci prendi la mano, ti rendi conto che ogni gruppo può avere un carattere diverso. Basta cambiare i colori, la base, o anche solo la forma dei rotolini. Da elementare a elegante il passo è brevissimo.
Per le feste ho fatto in questo modo: ho arrotolato i fogli di giornale per creare le candele come detto fino adesso, poi sulla sommità ho versato una cascata di glitter dorati, con dei guanti e della colla a caldo ho modellato una sorta di fiamma finta da posizionare sopra la composizione e poi l’ho riempita di glitter.
In un momento storico in cui tutto sembra passare troppo in fretta, c’è qualcosa di potente nell’idea di fermarsi a creare con ciò che già si ha. Questi piccoli oggetti non servono davvero, ma arredano, decorano, raccontano. E il fatto che siano nati da carta che stava per essere buttata li rende ancora più preziosi. Non illuminano, è vero. Ma portano luce lo stesso, in un altro modo. E per me, questo basta.