Quando il mio amico ha preso casa da solo, ho capito subito che non volevo fargli un regalo qualsiasi. Non volevo comprargli qualcosa tanto per fare un gesto educato, né un oggetto neutro che avrebbe finito dimenticato su qualche mensola. Desideravo qualcosa che avesse un peso affettivo, un senso concreto, qualcosa che potesse diventare il primo pezzo davvero significativo della sua nuova vita. Così ho iniziato a guardarmi intorno non per trovare un mobile, ma per trovare un’idea. Una presenza discreta, utile, che potesse accompagnarlo ogni giorno senza sovrastare la stanza. Un comodino, forse. Ma non un comodino “già fatto”. Uno che potessi costruire io, trasformare io, rendere unico io.
È così che ho deciso di partire da un punto zero assoluto, da quel comodino che nessuno guarda mai: il RAST di IKEA, in legno grezzo, quasi insignificante nella sua semplicità. L’ho comprato apposta, sapendo già che non sarebbe rimasto com’era nemmeno per un minuto. Mi piaceva l’idea di prendere un oggetto umile e portarlo molto più in là di quello che promette, un po’ come un inizio simbolico, qualcosa che parlasse di possibilità nuove.
La trasformazione comincia sempre da un’intenzione
Una volta portato a casa, il RAST mi è sembrato ancora più spoglio di quanto ricordassi, ma in senso positivo. Quel legno chiaro che assorbe la luce senza rifletterla, quella linearità disarmante, quella totale mancanza di personalità erano esattamente ciò che mi serviva. Ho aperto il barattolo di vernice nera opaca, e già al primo passaggio il mobile ha cambiato voce. Il legno si è scurito in un nero vellutato, profondo, quasi architettonico, e ho capito subito che la direzione era quella giusta. Ma non bastava. Per diventare un oggetto scultoreo doveva avere una texture, un ritmo, qualcosa che catturasse l’occhio anche quando la stanza è in penombra.

Ho comprato listelli sottili di legno da Leroy Merlin, scegliendo quelli più regolari e sottili, e li ho tagliati a misura per rivestire il frontale dei cassetti. Li ho incollati uno alla volta, allineandoli con pazienza, e mentre lo facevo vedevo il mobile trasformarsi. La superficie piatta diventava tridimensionale, le ombre iniziavano a creare profondità, il nero acquisiva una matericità nuova, quasi tattile. Era un cambiamento lento ma visibile, come se il comodino stesse trovando finalmente il suo carattere.
Quando i listelli erano asciutti, ho tolto i pomelli originali e ho montato un sistema push-pull invisibile, così che i cassetti si aprissero con una pressione leggera della mano. Nessuna maniglia, nessun punto visivo a interrompere l’effetto monolitico, solo superfici pulite. L’ultimo tocco è stata una striscia LED calda nascosta sotto il piano superiore. Di giorno quasi non si vede, ma di sera, quando la accendi, scorre lungo i listelli e li trasforma in una serie di rilievi morbidi, come una piccola scultura domestica.
Quanto costa davvero un oggetto che sembra di design
Sommandoli, i costi sono quasi ridicoli rispetto all’effetto finale. Il comodino RAST costa 29,99 euro, la vernice circa 15 euro, i listelli intorno ai 10 o 12 euro, il sistema push-pull altri 8 euro, la striscia LED 10 euro. Con circa 75 euro ho creato un pezzo che non sembra né economico né improvvisato, anzi, ha quell’aria da mobile di fascia alta che potresti trovare in un appartamento progettato da un interior designer.

Il momento in cui il mobile trova casa
Quando gliel’ho portato, il mio amico stava ancora sistemando gli scatoloni. La casa era quasi vuota, con quel silenzio tipico degli inizi, ma sul suo volto c’era quella energia che hanno solo le persone che stanno costruendo qualcosa da zero. Ho appoggiato il comodino vicino alla parete e la stanza è cambiata immediatamente: il nero opaco ha dato peso allo spazio, i listelli hanno catturato la luce del tardo pomeriggio, la striscia LED l’ha reso vivo anche da spento. Lui l’ha guardato a lungo, poi ha passato la mano sulle superfici per sentire il rilievo del legno e mi ha detto, quasi sottovoce: “Questo non sembra IKEA.”
E in fondo era proprio questo che volevo. Non regalargli un mobile, ma un gesto. Un piccolo pezzo di futuro costruito con le mie mani, che potrà portarsi dietro ovunque andrà. Non è solo un comodino, è un modo per dirgli: “Questa casa nuova è l’inizio di qualcosa, e io sono felice di esserci dentro, anche solo con un oggetto.”





