Truffe a tentacolo: come una sola falsa telefonata può portarti a sei truffe diverse

Le truffe a tentacolo sono un pericolo "moderno": il malcapitato può essere truffato anche sei volte di seguito! Ecco come funzionano.

Oggigiorno, navigando online ed usando il nostro smartphone 24 ore su 24 praticamente per fare di tutto, siamo più esposti a delle truffe che possono mettere in serio pericolo i nostri dati personali, che possono finire nelle mani di malintenzionati.

Questi dati possono essere usati per diversi motivi ma in genere l’obiettivo è quello di svuotare i nostri conti, rubandoci quindi dei soldi. Tutto può partire da una sola telefonata che poi si dirama in altre sei truffe: è il fenomeno delle truffe a tentacolo che va evitato in ogni modo. 

Le truffe a tentacolo: da una telefonata ad altre sei truffe

Sono soprattutto le persone molto anziane che vanno informate sulle truffe che circolano oggigiorno. Ma non solo: purtroppo a cascarci può essere chiunque, anche la persona più “sveglia” di tutte. Questo perché le truffe vengono architettate in modo sempre più realistico dai malintenzionati. 

Uomo vestito in giacca e cravatta con maschera, al telefono da un ufficio
Le truffe a tentacolo: da una telefonata ad altre sei truffe – designmag.it

Le truffe a tentacolo sono le più usate ai giorni nostri: parte tutto con una singola telefonata truffaldina che può avviare una catena di truffe successive che si esplicano con SMS con link malevoli da cliccare, malware, offerte false, “recupero crediti” e varie altre richieste che portano la vittima a essere truffata ripetutamente.

Anche la truffa modulare è un altro modus operandi dei malintenzionati: si parte con un semplice SMS che pare arrivare da un mittente ufficiale (banca, INPS, corriere), che che spinge la vittima a cliccare un link o a chiamare un numero. Da questo primo contatto parte una catena di inganni: alla chiamata risponderà un falso operatore (visging), che con tono rassicurante e professionale convincerà il malcapitato ad inserire dati sensibili su un sito fasullo o ad installare un’app di “sicurezza” che in realtà è malware.

Dopo qualche giorno, entrerà in scena un finto tecnico informatico che proporrà ulteriori verifiche o bonifici di sicurezza. Infine, arriverà un altro soggetto (un sedicente avvocato, operatore antifrode o agenzia di “recupero fondi”), che offrirà aiuto per rimediare e che ovviamente chiederà soldi per la sua prestazione. Insomma, questa è una truffa ben architettata dai malintenzionati che sfrutta la fiducia costruita passo dopo passo.

Quindi, cosa fare per evitare il peggio? Indubbiamente non rispondere a numeri di telefono che non si conoscono ma se proprio questo non fosse evitabile, rispondere e ascoltare solo ciò che l’altra persona ha da dire. Se sembra qualcosa di “impossibile” o di “dubbio” (e in ogni altro caso), non dare mai nessun dato personale a finti operatori ma informarsi nelle sedi opportune (banche, poste) per verificare se quanto richiesto fosse vero.

Stessa cosa per gli SMS o le email: se ci sono link da cliccare, non farlo, e non inserire da nessuna parte i dati personali. Gli enti come banche, poste, INPS e così via (ma anche i corrieri) non richiedono nessun dato attraverso questi canali.

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