Superbonus e Bonus casa: l’Agenzia delle Entrate farà controlli a tappeto a chi ne ha usufruito

Negli ultimi mesi è cresciuta l’attenzione intorno al Superbonus e agli altri incentivi per la casa, strumenti che hanno permesso a migliaia di famiglie di ristrutturare e riqualificare i propri immobili con importanti agevolazioni fiscali.

Ora, però, si apre una fase diversa: l’Agenzia delle Entrate ha avviato una serie di controlli a tappeto per verificare la regolarità delle pratiche e la coerenza delle dichiarazioni presentate. Le lettere che stanno arrivando non sono veri e propri accertamenti, ma inviti alla verifica dei dati catastali e alla loro eventuale regolarizzazione. Piccole variazioni interne, ampliamenti o modifiche nella distribuzione degli spazi possono infatti generare incongruenze tra la situazione reale e quella registrata negli archivi.

Chi si trova in questa condizione ha la possibilità di sistemare la propria posizione, evitando conseguenze economiche pesanti. Il rischio, in caso contrario, è di incorrere in accertamenti formali, sanzioni e interessi. In un quadro normativo in continua evoluzione, la corretta gestione degli adempimenti catastali si rivela oggi più che mai fondamentale.


Una fase difensiva, non penalizzante

L’Agenzia delle Entrate ha deciso di concentrare i controlli sugli immobili che presentano anomalie evidenti nei dati catastali, evitando un invio generalizzato delle lettere di compliance. Questa scelta consente di selezionare le situazioni più a rischio, come edifici con rendita catastale particolarmente bassa rispetto all’ammontare delle agevolazioni fiscali ottenute o immobili che hanno subito interventi significativi senza aggiornamento dei registri catastali.

Gli strumenti messi in campo permettono di incrociare le informazioni fiscali e catastali, evidenziando eventuali discrepanze prima che diventino problemi più seri. In questi casi, i proprietari ricevono lettere che invitano a verificare e, se necessario, regolarizzare la propria posizione. La comunicazione non costituisce un accertamento immediato, ma un’opportunità per correggere eventuali incongruenze senza incorrere in sanzioni onerose.

dei fascicoli di documenti ed un martello da giudice su un tavolo
Una fase difensiva, non penalizzante – designmag.it

La campagna è quindi principalmente preventiva, mirata a stimolare una risposta volontaria e tempestiva dei contribuenti. Questo approccio permette di ridurre i contenziosi e di assicurare che gli incentivi fiscali siano utilizzati correttamente, tutelando sia lo Stato sia chi ha rispettato le regole.

Adeguare il catasto è un dovere, non un optional

Il quadro normativo vigente stabilisce che ogni intervento che modifica consistenza, superficie, volumetria o destinazione d’uso di un immobile debba essere segnalato al catasto entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori, tramite la presentazione del modello DOCFA. Questo obbligo riguarda anche gli interventi agevolati, come Superbonus, Ecobonus e Sismabonus, e la mancata comunicazione può generare conseguenze economiche significative.

Il rischio principale consiste nella possibile richiesta di restituzione delle agevolazioni fiscali ottenute, accompagnata da sanzioni e interessi fino al 200 % dell’importo non correttamente dichiarato. A ciò si aggiungono potenziali maggiorazioni di tributi locali, come l’IMU, derivanti dalla discrepanza tra stato reale e registri catastali. In contesti più complessi, come demolizioni e ricostruzioni o cambi di destinazione d’uso, l’intervento di un tecnico qualificato — geometra, architetto o ingegnere — diventa essenziale per garantire la correttezza delle pratiche.

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