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Stile nordico in salotto: tessuti grezzi, bianco e candele per un effetto accogliente immediato

Negli ultimi anni lo stile nordico ha smesso di essere una moda passeggera per diventare quasi un riflesso del modo in cui vogliamo vivere. Essenziale, luminoso, con una calma che non risulta mai fredda. Si è allontanato dall’immagine un po’ rigida degli interni da catalogo per aprirsi a interpretazioni più intime, morbide, piene di texture. Il salotto, con il suo ruolo centrale e conviviale, è lo spazio dove questa evoluzione si fa più evidente. Qui, l’idea di accoglienza si traduce in dettagli misurati, materiali veri, oggetti che parlano sottovoce ma fanno subito atmosfera.

Non si tratta più solo di abbinare colori chiari e mobili minimal. C’è una ricerca più sottile, che passa dai tessuti alla luce, dai profumi agli oggetti fuori scala. Tutto contribuisce a creare un ambiente che non vuole stupire, ma far star bene. Una stanza che non urla il suo stile, ma lo lascia emergere piano, come un invito. E in fondo, è proprio questa la forza del nordico di oggi: lascia spazio. Alle cose, alle persone, al tempo che passa.

Perché lo stile nordico è perfetto per il salotto

Il primo elemento che cambia tutto è la materia. Non servono rivoluzioni, basta un tessuto ruvido sotto le mani, un intreccio irregolare, un tono spento ma caldo. I divani si coprono di lino stropicciato o di cotone spesso, magari con qualche cucitura a vista. I cuscini, mai troppi, giocano con la lana bouclé e le fibre più grezze. Non cercano la perfezione, anzi. Una piccola imperfezione, una trama diseguale, diventano subito più interessanti di mille colori brillanti.

Perché lo stile nordico è perfetto per il salotto – designmag.it

La palette segue lo stesso principio: niente bianco ottico, meglio lasciarlo alle pagine dei libri. In salotto, il bianco prende la forma di una sfumatura più morbida, come il gesso o la panna. Un tortora chiaro, un grigio che tende al verde, un legno appena dorato. Tutto è pensato per accompagnare lo sguardo, non per attirarlo con forza. C’è una quiete in questi abbinamenti che non si può simulare.

Nel nordico, la luce serve a scaldare, anche se viene dal cielo bianco dell’inverno. Si moltiplica con superfici opache, si riflette su pareti chiare, si spezza in angoli morbidi. Le candele fanno il resto. Non quelle da centro tavola delle occasioni speciali, ma candele vere, con un odore riconoscibile e contenitori che sembrano oggetti trovati in un mercatino: latta grezza, vetro opaco, ceramica semplice. I profumi sono familiari, quasi domestici. Legno di sandalo, muschio bianco, una nota pulita che sa di cotone asciugato al sole.

Candele profumate e altri tocchi sensoriali che fanno la differenza – designmag.it

In mezzo a tutto questo, gli arredi non devono dominare la scena. Meglio pochi pezzi ben costruiti, che sembrano lì da sempre anche se sono nuovi. Un tavolino basso con nodi a vista, una poltrona con struttura in metallo nero e seduta tessile, magari un po’ oversize. Librerie leggere, senza ante, con qualche libro neutro, una pianta, un vaso dalla forma strana. I quadri, se ci sono, parlano piano: forme astratte, qualche paesaggio sbiadito, fotografie stampate su carta opaca. Niente di troppo esplicito, tutto lascia spazio all’interpretazione.

Come arredare con pochi pezzi (ma ben scelti) – designmag.it

Il rischio, quando si cerca uno stile così preciso, è esagerare con il controllo. Ma il nordico vero è più tollerante di quanto sembri. Non serve essere rigidi o scolpiti nel design. Anzi, l’errore è spesso proprio lì: voler replicare un interno da showroom con pezzi tutti uguali, colori troppo freddi, assenza di vita. La differenza la fa sempre il modo in cui gli oggetti vengono vissuti. Una tazza lasciata sul tavolino, un plaid stropicciato sul divano, un libro aperto per metà.

Alla fine, lo stile nordico che ci piace così tanto è fatto di silenzi visivi, di accostamenti tenui, di scelte ponderate. Non c’è bisogno di gridare il proprio gusto. Basta suggerirlo, con discrezione. E quando tutto si allinea – una luce bassa, un tessuto ruvido, un colore che quasi non si vede – allora il salotto cambia.

Rosa Liccardo

Sono laureata in Storia dell'arte ed ho la passione per i libri e la scrittura. Redattrice da qualche anno e amo scrivere di lifestyle, viaggi, arte e turismo. Sono appassionata di grafica e fotografia e nel tempo libero mi piace cucire, vedere film e serie tv. Ho una predilezione per i fantasy!

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