Spese condominiali non pagate, entro quando puoi recuperarle: attenzione alle date, scatta l’esecuzione forzata

Spese condominiali non pagate? Scopri come funziona il recupero forzato e quando scatta il pignoramento.

Vivere in condominio è un po’ come far parte di una squadra: ognuno ha il suo ruolo, i suoi spazi, ma le regole sono comuni e soprattutto ci sono dei costi che vanno divisi con tutti gli altri. Pulizie, ascensore, riscaldamento, giardino, illuminazione, manutenzione e chi più ne ha più ne paghi.

Finché tutto fila liscio, nessuno se ne accorge. Ma quando qualcuno smette di pagare, le cose si complicano in fretta. Il problema delle spese condominiali non saldate non è solo una seccatura per l’amministratore, è una vera spina nel fianco per l’intero condominio, perché basta qualche moroso per mandare in tilt la cassa comune. E a quel punto la tensione può salire più in fretta del preventivo per rifare il tetto.

Non hai pagato il condominio? Attenzione, la legge non scherza (e i tempi sono precisi)

La prima cosa da sapere è che le scadenze delle rate condominiali non sono casuali: vengono fissate dal regolamento o decise in assemblea. Che siano mensili, trimestrali o con altra cadenza, bisogna rispettarle. Se si salta anche solo una rata, si viene considerati ufficialmente morosi, senza troppe interpretazioni.

case in primo piano e soldi
Non hai pagato il condominio? Attenzione, la legge non scherza (e i tempi sono precisi)- designmag.it

E qui arriva il bello: l’amministratore non può far finta di niente. La legge lo obbliga ad agire entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio contabile in cui il debito si è formato. Questo significa che non può aspettare tempi migliori o sperare che tu paghi “alla prossima”. Deve partire subito con la procedura.

La prima mossa di solito è pacata, un avviso cordiale, magari una letterina che ricorda con tono educato che c’è una somma in sospeso. Se però non rispondi, o fai orecchie da mercante, allora parte la diffida vera e propria, quella con tanto di scadenza precisa, tono per nulla amichevole e che ti fa capire che la faccenda si sta facendo seria.

A quel punto, se ancora nulla si muove, l’amministratore può rivolgersi direttamente al giudice per ottenere un decreto ingiuntivo, che tradotto significa che da quel momento hai 40 giorni per saldare, oppure il condominio può procedere con l’esecuzione forzata. E qui si apre la porta ai pignoramenti, che possono colpire conti correnti, stipendi, pensioni o anche beni materiali.

Non illuderti: se in casa vive un inquilino e pensi che tocchi a lui pagare, ti sbagli. La responsabilità resta sempre del proprietario, che poi potrà vedersela in separata sede con il suo affittuario. E se hai appena comprato un appartamento, sappi che potresti ereditare anche i debiti del vecchio proprietario per l’anno in corso e quello precedente.

Ultimo dettaglio: il diritto del condominio a pretendere il pagamento si prescrive in cinque anni. Ma se nel frattempo ti arriva un sollecito o una diffida, il conto si riattiva e il cronometro riparte. Quindi no, non conviene sperare che la cosa cada nel dimenticatoio.

Alla fine della fiera, il consiglio è semplice: tieni d’occhio le scadenze e non lasciare indietro le rate. Perché quando il condominio si mette in moto per recuperare un credito, sa esattamente come arrivare fino all’ultimo centesimo. E non ha bisogno di bussare due volte.

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