Salone del Mobile 2011: conferenza di presentazione

Alla conferenza stampa di presentazione della 50ª edizione del Salone del Mobile di Milano, in scena alla Fiera di Rho dal 12 al 17 aprile tuonano le soddisfatte parole di Carlo Guglielmi, Presidente del Cosmit: “non c’è più neanche 1 mq di spazio libero, il Salone è già al completo”

Alla conferenza stampa di presentazione della 50ª edizione del Salone del Mobile di Milano, in scena alla Fiera di Rho dal 12 al 17 aprile tuonano le soddisfatte parole di Carlo Guglielmi, Presidente del Cosmit: “non c’è più neanche 1 mq di spazio libero, il Salone è già al completo”. L’evento è dei più lieti e anche dei più solenni: moderatore è Bruno Vespa, il luogo è il Piccolo Teatro, progettato da Marco Zanuso nel 1998, ospiti le cantanti Ornella Vanoni e Irene Grandi, gli imprenditori Oscar Farinetti e Matteo Marzotto, i campioni sportivi Arianna Errigo e Alberto Tomba.

Lo slogan “50 years young” celebrava con ironia i 50 anni della Design Week milanese più famosa al mondo e mancava solo il sindaco Letizia Moratti, che ha però mandato un messaggio di elogio rivolto al pubblico che ha fatto e sostiene la storia del Salone e il Made in Italy.

L’assessore Giovanni Terzi ha ricordato che moda e design formano quasi il 50% del PIL di Milano. Tra l’altro, ha dichiarato: “Bisogna guardare al passato, come fa il Salone quest’ anno, ma guardare anche al futuro con gli occhi della creatività

In un ambiente pieno di positività si è voluto sostenere come la celebrazione del cinquant’ennio del Salone del Mobile sia la base per compiere altrettanta strada nel futuro: Piero Bassetti, presidente della fondazione Giannino Bassetti, dice: “Abbiamo promosso questo evento perché se non vogliamo che ci parino il naso gli americani e i cinesi, dobbiamo darci una mossa, lo scopo del progetto è questo”.

Sergio Escobar, direttore del piccolo teatro di Milano, sostiene che: “il futuro non possa essere rimandato ad altri, il passato non è il luogo per compiangere se stessi ma dove cercare le origini del proprio futuro“.

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Parole di Sergio Romeo