Rumori molesti in condominio: adesso potrebbero doverti pagare i danni anche se la vicina cammina con i tacchi in casa

Se la tua vicina di casa cammina frequentemente con i tacchi, puoi ricorrere per vie legali. Se il comportamento è reiterato, rischia grosso. 

L’articolo 844 del Codice Civile regola la soglia di normale tollerabilità del rumore. Identificando un range in decibel che non deve essere superato e che varia nelle ore diurne e nelle ore notturne. Inoltre, il regolamento condominiale indica una fascia di silenzio, durante la quale non si può far rumore.

In genere dalle 13.00 alle 15.00 e dalle 23.00 alle 8.00 del giorno successivo. Può variare di una mezz’ora in base a quanto stabilito durante l’assemblea, ma comunque la sua violazione implica una serie di conseguenze. Talvolta civili, altre penali.

Rumori molesti: rischi il carcere se esageri

Partiamo da un caso recente: una donna, residente a Sesto Fiorentino, ha ottenuto un risarcimento danni pari a 10mila euro da parte della sua vicina di casa. Quest’ultima era solita camminare frequentemente con i tacchi – sul gres porcellanato – nelle mura domestiche. Un comportamento reiterato nel tempo che ha generato un forte stato di frustrazione nell’inquilina che abita nell’appartamento sottostante. È stato diagnosticato pertanto un disturbo d’ansia causato da stress acustico.

Ragazza visibilmente stressata
Rumori molesti: rischi il carcere se esageri – designmag.it

Si può inoltre fare riferimento all’articolo 659 del Codice Penale, il quale afferma che “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori e di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309″.

Il comportamento illecito diventa penale solo laddove si certifichi un effettivo danno a carico di più persone. Esempio: se un vicino di casa imposta lo stereo ad alto volume alle 3 di notte e lo fa ripetutamente tutte le sere, farebbe bene a smettere. In quanto i condomini possono procedere legittimamente non solo civilmente, ma anche penalmente. L’abitazione domestica infatti deve garantire quiete e tranquillità a chi vi abita. È un diritto.

In una sentenza della Cassazione (44261/2024), ad esempio, è stata confermata la condanna per stalking nei confronti di una donna che utilizzava l’inquinamento acustico per molestare i vicini di casa. È importante sottolineare al contempo che per agire tramite avvocati è necessaria un prova del misfatto. Si parla di registrazioni fonometriche che confermino il superamento di almeno 3 decibel della soglia di tollerabilità del rumore, la quale nelle case comuni è di 40 decibel nelle ore notturne e di 50 decibel nelle ore diurne.

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