Non è sbagliato dire che la Direttiva Case Green sarà una rovina per tante famiglie. Una casa acquistata con fatica e con un dispendio economico importante – per la quale si potrebbe ancora pagare il mutuo – arriverà a non essere vendibile sul mercato immobiliare.
L’Unione Europea guarda al futuro senza fare attenzione al presente. Si è posta un grande obiettivo, far diventare l’Europa il primo continente a zero emissioni entro il 2050. Uno scopo lodevole, certamente, ma da quali condizioni si parte? Per quanto riguarda l’Italia da un 70% del parco immobiliare in classe G o F e da un 7,5% della quota di mercato delle auto elettriche.
Per non parlare delle industrie e aziende che non fruttano energia sostenibile e dei porti altamente inquinanti. Insomma un grosso lavoro da affrontare ma con quali soldi? Ai cittadini si chiede di comprare un’auto elettrica (20 mila euro mediamente) e di riqualificare l’abitazione dal punto di vista energetico (dai 35 mila euro in su). L’UE pensa che siamo tutti Paperon de Paperoni?
Che schioccando le dita appariranno magicamente migliaia di euro? Pur con i Bonus il recupero sarà parziale e in dieci anni. Cosa accadrà, dunque, a chi non riuscirà a seguire le direttive europee?
Ecco le case che non si potranno vendere dal 2030
La Direttiva Case Green spinge verso una riduzione delle emissioni inquinanti del 16% entro il 2030 e del 20/22% entro il 2035. Inoltre dal 2030 tutti i nuovi edifici dovranno essere ad emissioni zero e alimentati prevalentemente da fonti rinnovabili. Attenzione, non c’è un obbligo di raggiungere determinate classi energetiche. L’Europa lascia questo compito ai singoli Paesi che sapranno quali traguardi porre in base alla partenza.

Chi non potrà adeguarsi deve sapere che dal 2030 l’immobile non sarà proprio invendibile ma meno appetibile per banche e compratori. Significa che solo abbassando drasticamente il costo forse si riuscirà a vendere la casa ad un acquirente che intende procedere con una ristrutturazione che riqualifichi l’abitazione dal punto di vista energetico. In generale, dunque, il mercato immobiliare premierà gli edifici efficienti.
Ad essere sacrificati gli immobili costruiti prima degli anni ’90 rimasti in classe G o F. Vecchi impianti, consumi elevati, grande quantità di emissioni inquinanti, significative dispersioni termiche sono i problemi delle vecchie costruzioni. Ripetiamo che non sarà impossibile la vendita per un obbligo prestabilito ma perché trovare un acquirente sarà complicato a meno che non si svaluti tantissimo l’abitazione.






