Dopo una sera di festa, il tavolo torna vuoto, i piatti spariscono nel lavello, ma l’aria resta lì, ferma, satura di cucina, fritti, dolci e brindisi. È una sensazione che si percepisce appena si rientra in soggiorno o si apre la porta della cucina la mattina dopo. Da anni mi capita di notare come l’odore resti anche quando tutto sembra in ordine, come se l’atmosfera avesse bisogno di più tempo per rimettersi in pari rispetto agli spazi. Ed è proprio in quei momenti che si capisce quanto l’olfatto condizioni la percezione della casa più di qualsiasi oggetto fuori posto.
Nel tempo ho provato di tutto, dalle candele profumate agli spray specifici, fino ai diffusori elettrici. Alcuni funzionano, altri meno, molti lasciano una scia artificiale che si somma all’odore che vorrebbero coprire. Con il passare degli anni ho iniziato a preferire soluzioni semplici, antiche, quasi banali, che però agiscono davvero sull’aria e non solo sulla superficie del problema. Il potpourri bollito, o simmer pot, rientra esattamente in questa categoria.
Profumare casa in modo naturale dopo le feste: addio all’odore di fritto in casa
Il potpourri bollito funziona così: mentre l’acqua scalda lentamente, il vapore sale e si diffonde, catturando le molecole degli odori presenti nell’aria. Allo stesso tempo, rilascia profumi naturali che non risultano invasivi e non si fissano in modo aggressivo sui tessuti. È un processo lento, ma estremamente efficace, soprattutto nelle ore successive a una cena importante.
La versione festiva nasce da ingredienti semplici, spesso già presenti in cucina dopo le feste. Le fette d’arancia, magari avanzate da una decorazione o da un cocktail, rilasciano una nota fresca e pulita. Le stecche di cannella aggiungono profondità e calore senza risultare dolci.

I chiodi di garofano danno carattere, mentre il rosmarino introduce una nota verde che riequilibra l’insieme. Le bacche di mirtillo rosso servono più all’occhio che al naso, ma contribuiscono a rendere il gesto piacevole anche visivamente.
Tutto finisce in un pentolino con acqua, che va lasciato sobbollire a fuoco bassissimo. Il suono leggero dell’acqua che si muove accompagna la giornata e segnala che la casa sta cambiando ritmo. È importante controllare il livello dell’acqua, aggiungendone se serve, perché il profumo deve accompagnare e non interrompersi bruscamente.
Il motivo per cui questa soluzione risulta più efficace rispetto ad altri rimedi sta nel vapore. Il calore umido agisce sugli odori di cottura, soprattutto quelli grassi, che tendono a ristagnare. Non li copre ma li diluisce e li sposta. Dopo un’ora, l’aria risulta più leggera, meno carica.

Nei giorni successivi alle feste si può adattare la miscela a un’atmosfera diversa. Aggiungere un po’ di lavanda al potpourri bollito del primo gennaio cambia completamente il risultato. Il profumo diventa più morbido, meno festivo, perfetto per un pomeriggio lento sul divano o una giornata passata tra riordino leggero e riposo.
Con il tempo, il potpourri bollito smette di essere un rimedio occasionale e diventa parte della gestione domestica nei momenti chiave dell’anno. Non sostituisce l’ordine, non elimina la necessità di arieggiare, ma completa il processo. È uno di quei dettagli invisibili che fanno la differenza, soprattutto quando si vuole che la casa torni a parlare di calma dopo giorni intensi.






