Sono tanti i ragazzi che si trasferiscono lontano da casa per lavorare oppure per studiare. Questa è un’esperienza molto emozionante perché dà già quel senso di indipendenza, fa sentire “adulti”.
Il tutto è reso speciale dal fatto che si inizia a convivere con altre persone, i coinquilini, con cui si potrà instaurare un bel rapporto. Però, è facile anche che la convivenza non sia “pacifica”, e quindi che ci siano dei litigi o dissapori con le altre persone che abitano in casa. In quel caso, si può lasciare la casa senza rimetterci i soldi? Ecco cosa sapere.
Come lasciare casa se litighi con i tuoi coinquilini
Vivere in casa con altre persone, affittando solo una stanza, può essere conveniente dal punto di vista economico. Eppure la convivenza può non essere semplice e vivere con i coinquilini può essere un incubo.

Come fare per lasciare la casa dopo che hai stipulato il contratto con il padrone di casa? Dovrai sborsare tanti soldi? In genere gli studenti quando affittato una casa durante i loro studi, sottoscrivono un contratto di locazione abitativa per studenti universitari, una forma contrattuale pensata appositamente per chi si trasferisce in un’altra città per studiare e ha bisogno di una sistemazione temporanea.
Questo contratto ha una durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi e può essere rinnovato o interrotto secondo quanto stabilito dalla legge. Nella maggior parte dei casi, ogni studente firma un contratto individuale con il proprietario, senza vincoli diretti con gli altri coinquilini. Lo studente può recedere anticipatamente dal contratto rispetto alla scadenza naturale, a condizione che sussistano gravi motivi.
I gravi motivi devono:
- essere oggettivi e non dipendenti dalla volontà dello studente
- essere imprevedibili e sopravvenuti dopo la firma del contratto
- essere adeguatamente motivati nella comunicazione scritta di recesso
Per esempio può trattarsi di malattia, trasferimento in un’altra città, problemi documentabili con i genitori (malattia di uno di questi), impossibilità economica a continuare a pagare l’affitto. Ma per recedere il contratto nel caso di litigio con i coinquilini, non basta non andare d’accordo con loro. Infatti, i conflitti tra coinquilini non rappresentano di per sé un valido motivo per sciogliere anticipatamente il contratto, almeno non agli occhi del proprietario.
Solo se i litigi sfociano in situazioni gravi (molestie, minacce, disturbi psicologici documentati), e compromettono la salute o la serenità della persona, potrebbero configurarsi gravi motivi, purché supportati da prove o certificazioni mediche. Quindi, qualora si litigasse con i coinquilini e la convivenza fosse “forzata” e insostenibili, si può procedere in questo modo:
- parlare con il proprietario e cercare una soluzione
- scambiare la stanza con un altro studente, se possibile
- dialogare con il coinquilino per chiarire la situazione.
Meglio evitare di essere impulsivi e non abbandonare l’immobile senza avviso perché questo potrebbe avere gravi conseguenze dal punto di vista legare, come risarcire il locatore.