Prima casa, esultano i proprietari: anche se ci sono questi debiti non è mai pignorabile

La legge offre nuove salvaguardie per i proprietari in difficoltà economica, ecco quando il pignoramento della prima casa per debiti non è possibile.

Numerosi italiani stanno vivendo un periodo di crescenti difficoltà economiche che portano numerosi proprietari a temere di perdere la prima casa. Gestire le spese quotidiane è infatti diventata una vera e propria sfida per molte famiglia. Tra bollette varie, rate e spese impreviste, il timore di non riuscire a far fronte ai pagamenti può generare ansia e preoccupazione, soprattutto quando si tratta della sicurezza della propria abitazione.

La casa, infatti, non è solo un rifugio fisico ma anche un bene fondamentale che si desidera proteggere a ogni costo. Fortunatamente, di recente è stata introdotta una normativa volta a offrire una maggiore protezione contro il pignoramento della prima casa. Questa misura va a inserirsi nel Decreto Bollette ed’è stata concepita per sostenere quei cittadini che si trovano a vivere un forte disagio economico. Scopriamo quindi in quale modo questa tutela si applica e quali sono i requisiti per poterne beneficiare.

La tutela della prima casa contro il pignoramento: chi riguarda

Una recente normativa introdotta nel contesto del Decreto Bollette prevede un divieto di pignoramento della prima casa, specificamente mirato a proteggere le categorie più vulnerabili, stabilendo che, in alcune circostanze, l’abitazione principale non possa essere soggetta a pignoramento per debiti condominiali legati ai consumi energetici condivisi, come il riscaldamento o l’illuminazione delle parti comuni.

Martelletto giudice e modellino di una casa
La tutela della prima casa contro il pignoramento (designmag.it)

Questo si può applicare nel caso in cui tali debiti restino sotto la soglia di 5.000 euro. Tale misura fornisce una protezione mirata, volta a dare respiro a chi si trova in situazioni di difficoltà economica. Per poter beneficiare di questa protezione è necessario rientrare in una delle categorie di fragilità che sono state delineate all’interno della normativa.

Tra i possibili beneficiari troviamo chi vive in condizione economica svantaggiata, chi dipende da apparecchiature elettriche per motivi di salute o chi vive con disabilità gravi. Sono incluse anche le persone sopra i 75 anni e chi risiede su isole minori senza collegamenti alla rete elettrica, o in alloggi emergenziali.

Tuttavia, va detto che non basta appartenere a una di queste categorie. Come abbiamo visto il debito non deve superare i 5.000 euro, inoltre l‘abitazione deve essere l’unica proprietà del richiedente e deve essere la residenza principale del debitore. A questi requisiti si aggiunge poi l’esclusione dalle categorie catastali di lusso dell’abitazione.

Non basta però appartenere a una di queste categorie per garantire la protezione della casa. Altri criteri devono essere soddisfatti: il debito non deve superare i 5.000 euro, l’abitazione deve essere l’unica proprietà e deve essere la residenza principale del debitore. Inoltre, non deve rientrare nelle categorie catastali di lusso.

Qualora uno dei suddetti requisiti non venga soddisfatto, il condominio potrà recuperare le somme dovute. Nonostante la prima casa non possa essere pignorata, il condominio ha la possibilità di rifarsi della somma dovuta. Può infatti apporre un’ipoteca giudiziali, ottenendo una precedenza nel caso di vendita volontaria oppure di cambiamento delle condizioni protettive. Il condominio può inoltre pignorare il conto corrente o una parte del reddito del debitore. È essenziale, dunque, avere una comprensione completa delle implicazioni di questa protezione legale.

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