Pensavo che IKEA fosse imbattibile… poi ho visto questo tavolo da KaveHome

KaveHome e IKEA hanno molto in comune ma anche differenze sostanziali: materiali, forma, meccanismo e resa estetica rivelano due approcci diversi al tavolo di tutti i giorni.

Ho sempre avuto un debole per i tavoli IKEA. Li ho sempre considerati la soluzione perfetta per chi, come me, cerca praticità senza rinunciare a un minimo di design. Li monti in un pomeriggio, stanno bene quasi ovunque e il prezzo ti permette di cambiare senza troppi sensi di colpa. Poi, mentre cercavo un nuovo tavolo allungabile per la zona pranzo, mi sono imbattuta nell’Oqui di KaveHome. All’inizio pensavo fosse uno dei tanti modelli carini da catalogo, ma vederlo dal vivo ha cambiato tutto. La forma ovale aveva una presenza elegante e insolita, il meccanismo di allungamento era fluido e stabile e soprattutto dava quella sensazione di solidità che raramente assoceresti a un mobile comprato online.

La sorpresa è stata tale che ho deciso di metterlo a confronto con un altro modello che conoscevo bene, lo Stockholm di IKEA, uno dei più popolari della nuova collezione. Ero convinta che la differenza sarebbe stata minima, magari una questione di finiture o di prezzo, e invece mi sono trovata a riconsiderare quello che pensavo sui due marchi. IKEA resta imbattibile sul terreno della praticità e della diffusione, ma KaveHome con questo modello ha alzato l’asticella in fatto di design e qualità percepita. E da lì è nato il confronto: quale dei due vale davvero di più nel quotidiano?

Perché mettere a confronto IKEA e KaveHome

Mettere a confronto IKEA e KaveHome significa osservare due filosofie diverse. Da una parte il colosso svedese, che da decenni ha reso il design democratico, dall’altra un marchio più giovane che si è fatto spazio puntando su dettagli curati e su un’estetica più vicina a quella dei brand di fascia alta. Entrambi hanno lo stesso obiettivo, offrire un tavolo allungabile pratico e accessibile, ma i modi in cui ci arrivano raccontano due storie differenti.

Il modello Oqui di KaveHome colpisce subito per la forma ovale. Il movimento attorno al tavolo diventa più fluido, soprattutto in spazi stretti. Le prolunghe si inseriscono con naturalezza, il meccanismo scorre bene e la struttura non perde stabilità. La finitura in impiallacciato rovere è uniforme, le gambe in legno massello danno solidità e la sensazione complessiva è quella di un pezzo pensato per durare e per dare carattere alla stanza. È vero, costa qualcosa in più rispetto ai classici IKEA, ma la differenza si vede anche solo avvicinandosi al piano e toccandolo.

Tavolo rotondo kava home
Perché mettere a confronto IKEA e KaveHome – foto kavahome.com – designmag.it

Lo Stockholm 2025 di IKEA invece punta su un approccio più tradizionale. Le linee sono pulite, scandinave nel senso più classico del termine, e il formato rettangolare lo rende facile da collocare in quasi tutte le case. I materiali sono simili, ma la finitura appare meno ricercata, più industriale. Il meccanismo è affidabile ma meno fluido e non trasmette la stessa sensazione di solidità. La vera forza resta il prezzo, decisamente più basso, e la disponibilità immediata: lo puoi ordinare e avere montato in poche ore.

Guardando i due modelli fianco a fianco, la differenza di valore emerge. Non è solo una questione di estetica, ma di come il tavolo riesce a incidere sull’ambiente in cui si trova. L’Oqui ha una presenza che arreda, lo Stockholm ha una discrezione che si adatta ma raramente diventa protagonista. E questo dettaglio fa la differenza per chi considera il tavolo non solo un piano d’appoggio, ma un elemento centrale della vita domestica, attorno al quale si costruiscono cene, conversazioni e ricordi.

Tavolo Ikea
Lo Stockholm di IKEA, praticità e prezzo competitivo – foto ikea.com – designmag.it

È chiaro che la scelta dipende dalle priorità. Se il budget è stretto e serve un tavolo pratico e subito disponibile, IKEA rimane una garanzia. Se invece si vuole un investimento che unisca funzionalità ed estetica, KaveHome vince la partita. In un mercato in cui i mobili sono spesso compromessi tra prezzo e qualità, sorprende trovare un prodotto che riesce a bilanciare entrambe le cose senza sembrare una copia di qualcosa di più costoso.

Alla fine, nel mio caso, la decisione è stata semplice. Ho scelto l’Oqui perché ogni volta che entro in sala pranzo mi dà quella sensazione di piacere che non si misura solo in euro spesi, ma in soddisfazione quotidiana. Non ho smesso di apprezzare IKEA, continuo a pensare che per certi acquisti sia imbattibile, ma ho imparato che vale la pena guardare anche altrove.

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