Nella svolta green con riqualificazione energetica della propria abitazione l’installazione dei pannelli solari è un elemento chiave consentendo di ridurre i consumi, i costi in bolletta e consentendo la produzione di energia pulita. L’investimento iniziale si può ammortizzare grazie alle detrazioni fiscali ma non sempre.
La riqualificazione energetica della casa più che un’opzione è una necessita. Per seguire le direttive europee bisognerebbe installare infissi termici, il cappotto termico, sostituire la vecchia caldaia con un modello a condensazione, installare sistemi di produzione energetica autonomi. Il fine è ridurre i costi in bolletta, migliorare la sostenibilità ambientale nonché il comfort degli ambienti interni. Tutto questo permetterà di non far diminuire il valore dell’immobile aumentandone la classe energetica.
L’investimento in una casa green ha un costo oneroso. I bonus casa permettono di recuperare parte della spesa in dieci anni tramite detrazioni. Per le imprese e le Pubbliche Amministrazioni, invece, ci sono le aste con incentivi previsti dal Decreto Fer X transitorio. C’è una novità, l’esclusione dalle agevolazioni fiscali di determinati modelli di pannelli solari. Lo ha stabilito il Ministero dell’Ambiente cambiando le condizioni iniziali.
Niente agevolazioni per i pannelli solari cinesi
Nelle aste per gli incentivi al fotovoltaico saranno esclusi i pannelli solari e le loro componenti prodotti e assemblati in Cina. Lo scopo è spingere verso l’installazione di impianti con componenti prodotti nell’Unione Europea. Originariamente il Decreto Fer X non prevedeva vincoli, le domande di incentivi durante la prima tranche sono state numerose ma non tutti sono riusciti a ricevere gli incentivi.

Da qui l’esigenza di una seconda tranche ma apportando un cambiamento fondamentale. Niente agevolazioni per pannelli solari cinesi, chi non è rientrato nella prima tranche potrà acquistare solo pannelli prodotti in Europa per ottenere gli incentivi. Nello specifico i requisiti sono che i pannelli non siano stati assemblati in Cina, le celle fotovoltaiche non siano originarie della Cina, gli inverter non siano originari della Cina e almeno uno dei componenti di tecnologia solare non sia prodotto in Cina.
Rispettando queste direttive si otterrà un incentivo più alto in questa seconda tranche rispetto la prima visto che i prodotti europei costano di più. Si sta cercando di far tornare una maggiore capacità produttiva di pannelli solari/fotovoltaici in Europa riducendo l’alta percentuale di produzione della Cina (80%) dove hanno sede i dieci maggiori fornitori mondiali di apparecchiature destinate ai sistemi fotovoltaici.