Nuovo doppio condono edilizio: puoi regolarizzare gli abusi ed eliminare i vincoli

Il Governo italiano sta lavorando a una riforma ambiziosa che punta a risolvere definitivamente la questione delle irregolarità edilizie nel nostro Paese.

Si tratta di un doppio percorso di sanatoria che interesserà sia le piccole difformità sia gli abusi più consistenti, compresi quelli realizzati in aree soggette a vincoli paesaggistici e ambientali.

L’intervento normativo nasce dall’esigenza di sbloccare migliaia di pratiche rimaste ferme per decenni e di rilanciare il mercato immobiliare, spesso paralizzato da incertezze giuridiche. La scadenza del 31 marzo 2026 rappresenta un punto di svolta: entro quella data i Comuni dovranno chiudere tutte le domande presentate per i condoni del 1985, 1994 e 2003. La riforma introduce anche novità importanti per gli immobili già condonati, che potranno finalmente accedere ai bonus edilizi.

Sanatoria semplificata per le piccole irregolarità: come funziona

Il primo binario della riforma riguarda le irregolarità minori, quelle che tecnicamente non modificano in modo sostanziale l’immobile ma che creano comunque problemi nelle compravendite e nelle successioni. Il Governo ha deciso di riaprire un percorso di regolarizzazione ispirato alla logica del condono del 1985, ma applicato alla situazione attuale.

Una bilancia sopra un libro di legge ed un martello da giudice in primo piano
Sanatoria semplificata per le piccole irregolarità: come funziona – designmag.it

Questa sanatoria “leggera” interesserà esclusivamente le opere realizzate entro il 30 settembre 2025 e si concentrerà su elementi architettonici marginali come portici, tettoie, balconi, logge e piccole pertinenze esterne.

L’obiettivo è chiaro: permettere ai cittadini di regolarizzare quegli elementi che, pur non essendo gravi abusi, impediscono la vendita o la donazione degli immobili. È importante sottolineare che questa procedura non riguarderà nuove costruzioni o ampliamenti significativi, che restano esclusi dal beneficio.

La filosofia alla base è pragmatica: semplificare la vita quotidiana senza legittimare interventi edilizi rilevanti. Per accedere alla sanatoria sarà necessario presentare domanda al Comune di competenza, che verificherà la conformità dell’opera ai requisiti previsti dalla normativa.

Abusi in zone vincolate: la svolta per le irregolarità più gravi

La parte più innovativa e discussa della riforma riguarda gli abusi edilizi realizzati in aree soggette a vincoli paesaggistici, storici o ambientali. Fino ad oggi queste situazioni erano considerate praticamente insanabili, soprattutto dopo il condono del 2003 che aveva introdotto criteri molto restrittivi. La nuova normativa ribalta completamente questo approccio, attribuendo alle Regioni il potere di decidere autonomamente se e come riattivare i percorsi di sanatoria.

L’emendamento elimina il divieto assoluto di sanare opere in aree vincolate, a condizione che il vincolo sia stato imposto dopo la realizzazione dell’immobile e sempre previo assenso delle Soprintendenze. Questa modifica potrebbe sbloccare migliaia di pratiche rimaste sospese da oltre vent’anni.

La riforma permette inoltre di rimettere in discussione tutti gli illeciti edilizi commessi prima del 31 marzo 2003, con l’unica eccezione delle opere realizzate in zone di inedificabilità assoluta.

Un altro elemento fondamentale riguarda gli immobili già condonati: grazie alla riforma potranno finalmente accedere ai bonus edilizi e ai premi volumetrici, superando le limitazioni imposte dalle recenti sentenze della Corte Costituzionale che li avevano esclusi dagli incentivi per la riqualificazione energetica e sismica.

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