C’è stato un tempo in cui il tavolino da salotto si limitava a essere una superficie d’appoggio, poco più di un piano su cui poggiare il telecomando e due tazze di caffè. Oggi quel tempo è finito. Il tavolino si è evoluto, e con lui anche il nostro modo di vivere il soggiorno. Nelle case contemporanee, dove ogni metro quadrato conta e l’idea di avere stanze separate per ogni funzione si sta un po’ perdendo, anche il complemento più semplice ha imparato a fare più cose insieme.
Chi sceglie con attenzione sa bene che un buon tavolino può risolvere problemi pratici, cambiare l’atmosfera di una stanza, e perfino adattarsi al ritmo della giornata: dal pranzo davanti alla TV alla videochiamata con il laptop sulle ginocchia. A volte basta guardare certe soluzioni in uno showroom o online per chiedersi perché non ci abbiamo pensato prima. Modelli che si alzano, che si allungano, che nascondono scomparti interni degni di una piccola cabina armadio. Oppure quelli che sembrano arrivati dal futuro, con prese USB, casse bluetooth e frigoriferi miniaturizzati.
Quando il tavolino fa molto più del previsto: come scegliere un tavolino adatto
La cosa interessante è che, nonostante tutto questo, spesso si presentano con un design semplice, essenziale, quasi timido. Niente a che vedere con l’arredo ingombrante o “tech” nel senso più caricaturale del termine. Il tavolino multifunzione oggi è discreto, ma sveglio. E sa esattamente cosa serve in uno spazio vissuto davvero. Quando ci si trova a cercare il tavolino giusto, il primo elemento che fa la differenza è il meccanismo. I modelli lift-up, per esempio, permettono di sollevare il piano e avvicinarlo alla seduta: utile quando si vuole mangiare sul divano o lavorare senza chinarsi troppo.

Alcuni hanno il piano diviso in due sezioni che si muovono in modo indipendente, altri rivelano livelli nascosti sotto la superficie. Questo tipo di funzionalità, più che un capriccio, diventa quasi una necessità in appartamenti piccoli o open space dove ogni funzione deve coesistere. E il bello è che non serve rinunciare all’estetica: anche le versioni più tecniche riescono a mantenere linee pulite e materiali gradevoli. Poi c’è la questione dello spazio interno.
I tavolini con scomparti nascosti aiutano a mantenere visivamente pulita la stanza, ma soprattutto offrono un appoggio alternativo per tutti quegli oggetti che normalmente si accumulano a vista. Il vantaggio non sta tanto nel numero di cassetti, quanto nella loro discrezione. Una linea continua, magari senza maniglie, con aperture push o a ribalta, mantiene un’idea di leggerezza che si sposa bene con ambienti moderni. Non è un caso che molte collezioni scandinave o giapponesi puntino proprio su questa dualità: nascondere senza appesantire.

La parte più sorprendente è forse quella dei modelli tech. Qui siamo già in un altro campo, più vicino al mondo dell’elettronica che a quello del mobile tradizionale. Eppure, alcuni di questi tavolini smart riescono a essere credibili anche in un soggiorno elegante. Un esempio? I modelli con mini-frigo integrato: perfetti per chi ama tenere l’acqua fresca o ha bisogno di un appoggio pratico per medicinali. O quelli con casse bluetooth e led regolabili, ideali per creare atmosfera senza aggiungere lampade o speaker separati.

L’inserimento nell’arredo richiede un po’ di attenzione. Il rischio è di sovraccaricare visivamente lo spazio o di rendere tutto troppo funzionale a discapito della coerenza estetica. Una buona idea è scegliere finiture neutre, come legni chiari o laccati opachi, che si integrano facilmente con divani e tessili. Il tavolino trasformabile funziona al meglio accanto a sedute basse, con volumi contenuti. E se si vuole dargli risalto senza creare disordine, bastano pochi oggetti scelti: un vassoio, un libro illustrato, una candela bassa. Nulla che competa con la funzione principale.
Infine, è utile ricordare che non tutti i modelli vanno bene per ogni situazione. A volte ci si fa prendere dalla voglia di avere “tutto in uno” e si dimentica che certi meccanismi richiedono spazio per essere utilizzati bene. Meglio evitare tavolini troppo profondi in stanze strette, o quelli con apertura a libro se il divano è troppo vicino. L’uso quotidiano è il vero banco di prova: meglio pensarci prima, e scegliere con onestà rispetto alle proprie abitudini.