Né fisso né variabile, la banca non te lo dice ma è questo il tipo di mutuo migliore oggi

Stai comprando casa ma non sai assolutamente quale tasso scegliere? Ecco la risposta che cercavi.

L’acquisto di un immobile è una delle decisioni che bisogna prendere quando si lascia la casa dei genitori e che diventa forse più impellente nel momento in cui si decide di andare a convivere con qualcuno e di formare con quel qualcuno una famiglia. In assoluto i prezzi degli affitti spesso non sono inferiori alle rate dei mutui e questo spinge tantissime persone a preferire l’acquisto.

Il problema di questa scelta è che bisogna sottoscrivere nella maggior parte dei casi un mutuo, un contratto di prestito di denaro con una banca che consenta l’acquisto a rate dell’appartamento. A differenza dell’affitto, il mutuo non può essere interrotto in maniera semplice e senza conseguenze, ma una volta onorate le rate per i 20 o i 30 anni concordati con l’istituto bancario, non bisognerà più preoccuparsi di dover pagare.

Appare chiaro come si tratti di un lasso di tempo molto ampio e come questo possa condizionare la vita di chi si fa carico di questa spesa. Tuttavia l’alternativa, ad eccezione del caso in cui si possieda un immobile ereditato dalla famiglia di provenienza, è pagare per tutta la vita un affitto, con la possibilità che il proprietario di casa decisa da un momento all’altro di volersi riprendere l’immobile  di sua proprietà per farne un altro utilizzo.

Quale tasso scegliere per il mutuo della casa?

La scelta appare in molti casi semplice da prendere poiché sostanzialmente obbligata. Tuttavia non tutti possono permettersi di affrontare un mutuo semplicemente perché la banca non li ritiene dei pagatori affidabili. Escluso questo scenario, chi ottiene – anche grazie all’eventuale garanzia da parte dei genitori – la possibilità di avere un mutuo deve scegliere se applicare alle rate un tasso fisso o uno variabile.

Stretta di mano
Quale tasso scegliere per il mutuo della casa? – designmag.it

Il tasso fisso è generalmente più alto di quello variabile di partenza, ma a differenza di questa seconda tipologia non è soggetto alle variazioni del mercato. Il tasso variabile infatti può aumentare ben oltre quello fisso in un periodo di forte inflazione (come quello che abbiamo vissuto negli anni subito dopo il Covid), rendendo la scelta di questa tipologia decisamente meno conveniente.

Esiste una terza possibilità, ovvero quella di scegliere un tasso misto. Con questo contratto il contraente ha la possibilità di scegliere se passare al tasso fisso o a quello variabile alla scadenza di limite temporale imposto dalla banca in sede di sottoscrizione del contratto che può andare da un minimo di 1 anno ad un massimo di 5 anni.

Se è vero che il tasso misto consente di variare in base all’andamento momentaneo del mercato, non è detto che la possibilità di cambiare s’incastri con andamenti di mercato convenienti, inoltre la banca potrebbe applicare uno spread maggiore rispetto alle altre soluzioni ed anche aumentare il tasso d’interesse nonostante in quel momento abbiate scelto quello fisso.

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