Muro divisorio con il vicino: attento alle misure per il diritto di veduta o ti faranno abbattere tutto

Muro di confine, se non rispetti le distanze, potresti doverlo buttare giù tutto

Quando si decide di delimitare il proprio giardino con un bel muro nuovo, spesso si pensa più all’estetica o alla sicurezza che ai cavilli legali. In materia di confini tra proprietà, il Codice Civile ha parecchio da dire e ancor di più ne ha da dire il tuo vicino, specialmente se quel muro finisce per rovinargli la visuale dal balcone o dalla finestra. A quel punto, la bella parete che doveva proteggerti da sguardi indiscreti rischia di diventare il motivo per cui un giudice ti obbliga ad abbatterla.

Sembra assurdo, ma è così: in Italia il diritto alla veduta non solo esiste, ma viene anche tutelato con regole piuttosto ferree. E no, non importa se quel muro è “solo” di cinta o non raggiunge nemmeno i tre metri. Se toglie al vicino la possibilità di affacciarsi e guardare fuori come ha sempre fatto, allora non va bene. Ma prima di fasciarsi la testa, vediamo con ordine di cosa stiamo parlando.

Quei tre metri che fanno la differenza: tutto quello che devi sapere prima di costruire un muro

Iniziamo co dire che non tutti i muri sono uguali. C’è il muro divisorio classico, che può anche appartenere a entrambi i vicini, e poi c’è il muro di cinta, quello che serve solo a recintare la proprietà. Quest’ultimo ha qualche agevolazione in più, per esempio non deve rispettare certe distanze se non supera i tre metri di altezza. Ma attenzione, perché queste deroghe valgono solo in alcuni casi e non coprono tutto.

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Quei tre metri che fanno la differenza: tutto quello che devi sapere prima di costruire un muro-Designmag.it

La grana vera arriva quando esiste una finestra o un balcone che affaccia sul tuo terreno, e da lì il vicino esercita un diritto di veduta. Questo non significa semplicemente che ha una finestra che prende luce, ma che può sporgersi comodamente, guardare fuori, godersi il panorama o controllare se il gatto è rientrato.

Se quel diritto esiste, e lo ha acquisito in modo valido – cioè con un titolo o per usucapione – tu non puoi costruire nulla a meno di tre metri dalla sua apertura. Nemmeno una paretina decorativa, nemmeno un muretto basso.

La distanza si misura in modo preciso, tirando una linea retta dal muro dove si apre la veduta fino al punto più sporgente della tua nuova costruzione. E no, non puoi cavartela dicendo che tanto non toglie aria o luce. Se sta troppo vicino, è già illegittima. Il danno è “presunto”, dice la legge. Quindi, anche senza prove fotografiche del panorama perduto, tu sei comunque in torto.

Ciò che complica le cose è che molte persone pensano che basti non superare i tre metri di altezza per essere al sicuro. Ma non è così. Quella soglia serve solo a definire quando un muro è considerato di cinta. Per il diritto di veduta, l’altezza non conta: conta solo la distanza.

Prima di erigere un muro conviene guardare bene cosa c’è di là, misurare con attenzione e, perché no, fare due chiacchiere col vicino. Perché tra una causa civile e un paio di misure fatte col metro, è decisamente meglio la seconda.

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