Muffa nella casa in affitto, cosa fare subito per ottenere il risarcimento

La muffa è un nemico insidioso e combatterla è veramente molto difficile, tuttavia per chi è in affitto è possibile ricevere un rimborso.

Questo problema è ampiamente diffuso negli immobili, in alcuni casi perché la zona circostante è umida, la casa non viene adeguatamente trattata e quindi questo fungo riesce ad attecchire facilmente. In altri casi invece la situazione viene generata per perdite d’acqua e problemi strutturali che prescindono quindi da quelli ambientali.

Sicuramente se c’è un problema condolidato di muffa il proprietario dell’immobile è tenuto, prima di procedere alla ricerca di un inquilino, di sanare la situazione o comunque di farlo presente applicando anche uno sconto. Non è lecito procedere affittando casa senza quindi dare adeguate informazioni alle persone.

Muffa nella casa in affitto: cosa fare

Il problema vero è che molte persone si accorgono di questo danno solo quando ormai sono all’interno dell’immobile da un po’ di tempo. La muffa infatti non appare subito e quindi soprattutto quando la casa è stata tinteggiata ed è stata trattata per il subentro, ci vorranno mesi.

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Come si ottiene il risarcimento in caso di muffa (designmag.it)

A quel punto le persone sono ormai ambientate nel loro appartamento ed è difficile che protendano per andare in un’altra abitazione. Tuttavia è giusto sapere quando ci sono gli estremi utili per chiedere un risarcimento del danno e quindi procedere anche per vie legali.

Secondo l’articolo 1578 del Codice Civile i vizi della casa locata sono un elemento da chiarire nel contratto. Bisogna farlo presente perché ad esempio se c’è un problema basterà specificarlo e trattare economicamente l’immobile in relazione a quella condizione. Umidità e muffa sono problemi severi, tanto da ridurre l’idoneità dell’immobile e quindi il locatore in caso di omissione è tenuto a rimborsare con un risarcimento vero e proprio il danno. Il proprietario deve pagare per i lavori che vanno apportati in casa ma deve anche definire con l’inquilino una somma a titolo di rimborso, perché di fatto ha affittato l’immobile nella consapevolezza che ci fosse quel dato problema. L’inquilino è libero invece di chiedere la risoluzione del contratto d’affitto e anche un pagamento mensile più basso, dal momento che non è imputabile a suo carico.

Diversa è la situazione in cui la muffa si genera per qualcosa che l’inquilino ha fatto, quindi per cattiva conduzione, camere non arieggiate o qualunque altro danno possibile. In questo caso sarà tenuto a sue spese a dover risolvere ogni cosa. Laddove ci siano anche danni permanenti dovrà quindi risarcire il proprietario di casa perché ha compromesso l’uso del suo immobile.

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