Molte cucine italiane non sono a norma, forse anche la tua: questo dispositivo è obbligatorio nel 2025

Devi fare molta attenzione per controllare se la tua cucina è veramente a norma, ecco quello che devi sapere.

In casa sono molte le questioni legate alla messa in norma, ma spesso non ci si pensa. Questo vale anche per le cucine, vediamo il motivo e cosa fare.

Ti è mai capitato di chiederti se la tua cucina fosse a norma? Gli esperti di Studio Madera affrontano l’argomento, spiegando nello specifico cosa è obbligatorio nel 2025 e cosa bisogna controllare.

Cucina a norma, cosa sapere

Le cucine negli anni si sono evolute, e si è passati dall’utilizzo delle bombole a gas ai piani di induzione più moderni e sicuri. Bisogna ricordare che l’aerazione è necessaria per il ricambio dell’aria e l’eliminazione dei prodotti della combustione. Generalmente, richiede un foro in prossimità del soffitto (non meno di 180 cm da terra) con la stessa sezione del foro di ventilazione.

I piani cottura a gas per uso domestico sono classificati come apparecchi di Tipo A, il che significa che prelevano l’aria necessaria alla combustione ed evacuano i fumi direttamente nel locale in cui sono installati; per questo motivo, è fondamentale che la cucina sia adeguatamente aerabile, ventilata e dotata di sistemi di esalazione, come stabilito dalla norma UNI 7129, Parte 2.

cappa in cucina
Cucina a norma, cosa sapere per non avere problemi – designmag.it

Come detto, la ventilazione è sempre obbligatoria e consiste nella realizzazione di almeno un foro su una parete esterna. Per quanto riguarda i piani cottura con dispositivo di sorveglianza di fiamma (termocoppia), il foro deve avere una sezione utile di 100 cm² (diametro minimo di 120 mm) e trovarsi a non più di 30 cm dal pavimento. Questo foro è cruciale per la sicurezza, anche se può causare spifferi o risultare antiestetico, ed è vietato chiuderlo. Sistemi come la ventilazione meccanica controllata (VMC) non sostituiscono la ventilazione obbligatoria, avendo una funzione di ricambio d’aria.

Gli esperti sottolineano che l’aerazione può essere evitata se si verificano diverse condizioni contemporaneamente:

  • Il piano cottura è dotato di dispositivo di sorveglianza di fiamma. È presente una cappa aspirante a tiraggio naturale o elettrica (o un elettroventilatore) con una portata minima di 2 m³/h per ogni kW di potenza installata, che scarichi direttamente all’esterno. Le cappe con filtri a carboni attivi che non scaricano all’esterno non sono contemplate.
  • Non ci sono altri impianti di Tipo A o B nella cucina.
  • Il locale dispone di finestre o portefinestre apribili verso l’esterno.
  • Il volume della cucina supera i 20 m³, includendo eventualmente locali adiacenti e comunicanti che rispettino specifiche condizioni.
  • La potenza termica installata in cucina è inferiore a 15 kW (i piani cottura residenziali solitamente sono tra 7 e 9 kW, ma va considerato anche un eventuale forno a gas).

I sistemi di esalazione sono sempre obbligatori e possono essere cappe a tiraggio naturale, cappe aspiranti elettriche o elettroventilatori (obbligatori sopra i 15 kW) collegati all’esterno, o aerazione di tipo diretto (fino a 15 kW). Le cappe elettriche e gli elettroventilatori devono garantire una portata minima di 2 m³/h per ogni kW di potenza termica nominale e devono essere in funzione per tutto il tempo di utilizzo degli apparecchi di cottura.

Per il GPL serve un tecnico (UNI CIG 7131). Con caldaia a condensazione, la cucina deve essere aerabile. Le piastre a induzione non richiedono queste norme.

Gestione cookie