Era lì da mesi, appoggiata in fondo a un mobile basso, coperta da un velo di polvere e due libri fuori posto. Una cornice grande, importante, con un angolo scheggiato e la doratura un po’ staccata, che mi era sembrata da buttare già la prima volta che l’avevo vista. Eppure non l’avevo mai buttata. Non ero affezionata al valore, ma all’idea. Era evidente che fosse troppo bella per finire in cantina, troppo grande per diventare solo decorazione da parete e troppo rovinata per essere riportata all’uso originale. Insomma, ferma. Ma non finita.
Poi una mattina mi serviva un appendiabiti per l’ingresso. Nulla di grosso, solo un posto dove lasciare borse leggere, sciarpe, magari qualche busta al volo. Sono passata davanti alla cornice per l’ennesima volta e qualcosa si è accesa. Non ho pensato a un progetto vero e proprio, solo a un esperimento. Ho preso qualche gancio da un vecchio mobile e ho iniziato a immaginare. In meno di mezz’ora la cornice era appesa alla parete, senza vetro, senza fondo, con tre ganci alla base. E in quell’istante è passata da oggetto rotto a punto focale di tutta la stanza.
Come una cornice rotta è diventata il pezzo forte del mio ingresso
Per trasformare una vecchia cornice barocca in un appendiabiti funzionale, la prima cosa da fare è valutare la struttura. Se la cornice è ancora solida anche se un po’ scheggiata, può essere usata così com’è. In caso contrario si può rinforzare leggermente con colla per legno o con staffe sottili sul retro. L’importante è che il bordo interno resti libero e visivamente pulito, perché sarà proprio quello a dare l’effetto finestra sulla parete.
Dietro la cornice si fissa un listello di legno, lungo quanto basta per coprire la parte inferiore. Questo listello va avvitato o incollato in modo stabile lungo il bordo posteriore, in posizione orizzontale e nascosta. È lì che andranno applicati i ganci. Si possono usare ganci in metallo, in ceramica o in ferro battuto, a seconda dello stile che si vuole ottenere. Vanno avvitati direttamente al listello, lasciando spazio sufficiente tra uno e l’altro per poter appendere borse, sciarpe o cappotti leggeri senza che si sovrappongano.

Una volta preparata la struttura, la cornice va appesa alla parete. Il metodo più semplice è usare due ganci a triangolo o placche posteriori per quadri, uno per lato, in modo da distribuire bene il peso. L’effetto finale sarà quello di una cornice sospesa, vuota al centro, con i ganci ben visibili in basso e la funzione perfettamente integrata nel decoro. Se si vuole, si può anche aggiungere una mensolina sottile sopra, oppure lasciare la cornice da sola per un effetto più pulito.
La scelta della posizione è fondamentale. Funziona molto bene su pareti neutre, in spazi stretti come ingressi o corridoi. Se la cornice è importante, meglio lasciarle respiro attorno. E una volta montata, basta aggiungere un paio di oggetti veri, come una borsa, una sciarpa colorata o un cappotto leggero, per completare il look. In poco tempo, un oggetto considerato rotto e inutilizzabile diventa centrale nella stanza e utile nella vita quotidiana.

Mi sono divertita anche con il colore. Una seconda cornice, più piccola, l’ho dipinta di nero opaco. L’ho carteggiata leggermente per lasciar trasparire l’oro sottostante. L’effetto finale è più moderno, quasi industriale, ma con quel fondo elegante che non riesci a spiegare. Il contrasto tra la forma lavorata e la finitura scura crea un oggetto molto forte, anche se ha solo due ganci e una piccola mensola inserita sotto. L’ho sistemata sopra una scarpiera bianca, su una parete color crema, ed è diventato un punto di equilibrio perfetto tra funzione e stile.
Quello che ho capito è che le cornici vecchie, soprattutto quelle con un po’ di esagerazione barocca, sono perfette per essere trasformate ed oggi quella cornice è lì, sulla parete dell’ingresso. Ogni tanto la giriamo, cambiamo i ganci, ne aggiungiamo uno in più se serve. Qualcuno ci ha appeso perfino un cappello con la visiera e ci sta bene. È diventata parte della casa in modo naturale.
E se un giorno dovesse rompersi del tutto, so già che andrò a cercarne un’altra al mercatino, anche più rovinata. Perché ho capito che non serve che sia perfetta per essere utile.