Le caldaie a gas non saranno più vendute? La verità è questa

Le idee della UE sull’impatto delle caldaie a gas è oggetto di ampio dibattito, ed entro pochi anni potremmo essere costretti a cambiare completamente sistema di riscaldamento.

La direzione intrapresa dai Governi è chiara: l’Ambiente prima di tutto, a qualsiasi costo, e non importa che i cittadini si troveranno in difficoltà, ci sono pochissimi spazi per trovare soluzioni eque e sostenibili per tutte le parti coinvolte.

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Le secisioni della UE di fatto vieteranno la vendita di caldaie a gas – Designmag.it

L’ultima novità in questo senso arriva dalle normative che a breve regolamenteranno l’uso (anzi il divieto) delle caldaie a gas, un sistema di riscaldamento utilizzato da milioni di cittadini in tutta Europa.

Il Regolamento 813/2013/Ue, sintetizzando, prevede delle norme e limitazioni così stringenti che di fatto impediranno sia di creare che di utilizzare le caldaie, già dai prossimi anni, con uno stop definitivo individuato nel 2029. Uno dei controsensi per cui il dibattito è tutt’ora acceso è che le caldaie potrebbero diventare “proibite” anche se riconvertite, o realizzate in modo che utilizzino gas rinnovabile.

Solamente da questo “piccolo dettaglio” si può evincere che – nonostante la volontà di proteggere l’Ambiente sia assolutamente giusta – non vi è spazio per contemplare soluzioni che facilitino la vita dei cittadini, visto che praticamente vi sarà l’obbligo di acquistare pompe di calore o altri impianti.

La lotta assurda alle caldaie a gas, e cosa sta succedendo nella UE

Al momento, la bozza del regolamento UE è oggetto di ampio dibattito tra gli Stati Membri, gli esperti, i tecnici, e persino tra le associazioni dei consumatori.

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Non tutti i cittadini hanno le risorse per cambiare l’impianto a gas – Designmag.it

Secondo quanto emerge dalle normative, le caldaie nei prossimi anni dovrebbero rispettare dei criteri impossibili da raggiungere, di fatto diventando “vietate”. Molti Paesi, però, non sono d’accordo: alle rimostranze dell’Italia si sono aggiunti PoloniaSlovacchiaRomaniaCroazia e anche la Repubblica Ceca.

Tecnicamente parlando, infatti, anche con la volontà di rendere efficienti tutti gli impianti esistenti, esistono situazioni che non possono adeguarsi. La proposta degli obiettori di tale regolamento – che potrebbe essere approvato già alla fine del 2023 – è quella di abbattere il requisito del limite minimo di efficienza al 115%, e anche di inserire delle situazioni “limite” per cui potrebbero essere previste soluzioni alternative.

Il rischio è che tantissime famiglie, al momento del via ai divieti, non potranno cambiare completamente l’impianto, sia per motivi strutturali che economici.

Anche volendo passare, ad esempio, alle pompe di calore, ricordiamo che è necessaria una spesa che può variare dai 6 mila ai 16 mila euro (stime Codacons). Inoltre non tutte le abitazioni sono dotate di spazi adeguati per passare a questo tipo di impianto.

La speranza è che alla prossima riunione prevista (entro la metà di giugno 2023) tutte le parti riescano a confrontarsi serenamente e in modo trasparente, per riuscire ad ottenere un piano adeguato sia al raggiungimento degli obiettivi sia alla serenità dei cittadini.

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