Le 12 cose per la casa che non compro più: sono più sostenibile e spendo molto meno

Mi sono resa conto gradualmente che molte delle cose che usavo tutti i giorni in reatà non mi servivano e potevano essere sostituite con qualcosa di più ecologico e che mi avrebbe fatto risparmiare.

Negli ultimi mesi ho iniziato a guardare la mia casa con occhi diversi. Ogni volta che aprivo un cassetto o svuotavo la spesa, mi rendevo conto che una parte di ciò che acquistavo non migliorava affatto la mia vita quotidiana.

Erano oggetti che compravo per abitudine, per automatismo o perché “si è sempre fatto così”. A un certo punto ho capito che cambiare queste piccole abitudini non era soltanto un modo per risparmiare, ma anche un gesto concreto verso una sostenibilità ambientale più reale, fatta di scelte quotidiane e non di grandi rinunce. Così ho iniziato a chiedermi quali prodotti fossero davvero indispensabili e quali invece potessi eliminare senza perdere in comfort. Il risultato mi ha sorpresa: rinunciare a dodici categorie di oggetti non ha complicato nulla, anzi ha reso la casa più semplice, più ordinata e molto più leggera, per me e per l’ambiente.

Quando ho iniziato a ridurre gli sprechi in casa

Il primo cambiamento è arrivato quasi per caso. Ho smesso di comprare le classiche spugne sintetiche gialle che si sfaldano dopo poche settimane. Mi sono accorta che non solo duravano pochissimo, ma rilasciavano microplastiche a ogni lavaggio. Passare a spugne vegetali o panni lavabili è stato il gesto più semplice e immediato, e da lì si è innescato un modo diverso di fare acquisti.

mettere del detersivo per piatti su una spugna dentro un lavandino
designmag.it -Quando ho iniziato a ridurre gli sprechi in casa

Lo stesso discorso è valso per le salviette detergenti monouso, che sembravano pratiche ma non pulivano davvero: una soluzione ricaricabile, con uno spray e un buon panno in microfibra, ha sostituito tutto senza problemi e con molta meno plastica in circolazione.

Caffè, detersivi e prodotti “usa e getta” che sembrano necessari ma non lo sono

Uno degli oggetti che ho eliminato senza rimpianti sono state le capsule di caffè non compostabili. Il loro impatto ambientale è evidente e, una volta abituata alle capsule riutilizzabili o alle cialde biodegradabili, non tornerei più indietro. Lo stesso principio l’ho applicato ai detersivi: invece di acquistare ogni volta flaconi piccoli e ingombranti, mi sono affidata a ricariche concentrate o a formati solidi che durano molto di più e producono una quantità infinitamente inferiore di rifiuti.

Un’altra categoria che ho smesso di acquistare sono i panni cattura-polvere monouso. Funzionano, certo, ma durano pochi minuti e finiscono subito nella pattumiera. I panni lavabili in microfibra non solo sono più efficaci, ma resistono a decine di utilizzi senza perdere funzionalità. Anche i profumatori spray per ambienti sono spariti dalla mia casa: lasciano odori artificiali e contenitori non riciclabili. È bastato un piccolo diffusore con oli essenziali naturali per ottenere un ambiente più pulito e una fragranza meno invasiva.

Ridurre la plastica senza sentirne la mancanza

Uno dei cambiamenti più liberatori è stato dire addio alle bottiglie d’acqua in plastica. Le compravo per abitudine, niente di più. Passare all’acqua filtrata o alle bottiglie in vetro ha eliminato completamente l’ingombro e ridotto i rifiuti in modo drastico.  Vicino casa ho un distributore di acqua e stiamo vagliando appunto l’opzione di comprare uno di quei tanto pubblicizzati depuratori.

salotto con arredamento chiaro ma con pochi oggi di decoro, una pianta ed un tavolino
designmag.it -Ridurre la plastica senza sentirne la mancanza

Allo stesso modo, ho ridotto moltissimo la pellicola trasparente e i sacchetti freezer usa e getta. I contenitori in vetro e i sacchetti riutilizzabili in silicone svolgono lo stesso compito, ma non finiscono direttamente nei rifiuti a ogni utilizzo. Ci sono soluzioni ancora più ecologiche, come ad esempio la carta di cera d’api, con la quale puoi conservare davvero tutto.

Carta da cucina, decorazioni inutili e gadget che creano più rifiuti che utilità

La carta da cucina non è sparita del tutto, ma ne uso molta meno. I panni super assorbenti lavabili hanno preso il suo posto quasi completamente. E poi c’è il capitolo delle decorazioni stagionali in plastica: ogni anno se ne accumulavano di nuove, spesso destinate a rompersi o scolorirsi dopo poche settimane. Ora preferisco elementi naturali o decorazioni riutilizzabili che posso reinventare nel tempo.

Infine ho smesso di comprare quei piccoli gadget elettronici a batteria che sembrano innocui ma diventano rifiuti elettronici quasi immediatamente. È stato un taglio netto, ma uno di quelli che non si rimpiangono, perché la loro utilità era minima rispetto all’impatto ambientale, anche perchè funzionavano male e per poco tempo.

La cosa più sorprendente è che eliminare queste categorie di oggetti non ha reso la mia vita più complicata. Anzi, mi ha semplificato la gestione della casa, ha ridotto gli sprechi e ha alleggerito i costi mensili. È una sostenibilità che non richiede estremi sacrifici, ma solo un po’ di attenzione. Ciò che resta dopo questo percorso è una casa più ordinata, più funzionale e, soprattutto, più rispettosa dell’ambiente.

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