Coinvolgere il vicino nei lavori da svolgere in casa a volte è necessario per portare a termine un intervento. Significa invadere la proprietà privata altrui per qualche ora o per una giornata creando disagio e anche sporcizia. Viene il dubbio che la Legge tuteli il vicino “danneggiato” dall’esecuzioni dei lavori, vediamo se è così.
Ognuno di noi vede la propria casa come un accogliente e confortevole nido. Si spendono tempo e soldi nell’arredarla, pulirla e nel cercare di mantenerla perfetta. L’attenzione, però, non basta. Con il passare del tempo è inevitabile che inizino a manifestarsi alcuni problemi e ci sia la necessità di intervenire con una manutenzione ordinaria o straordinaria.
All’interno della propria abitazione si può intervenire liberamente tenendo sempre conto del decoro architettonico dell’edificio e della presenza di eventuali muri strutturali che non possono essere toccati. Può capitare, però, che per un determinato lavoro da effettuare si debba passare dalla proprietà del vicino. Questo potrebbe storcere il naso e non gradire l’idea di estranei in casa né l’eventualità che possa subire danni. Un compromesso è fondamentale e dove non si trova interviene la Legge.
Accesso alla proprietà del vicino, cosa dice la Legge
In linea generale nessun cittadino è autorizzato ad entrare nella proprietà privata altrui senza autorizzazione da parte del proprietario. La Legge, però, prende in considerazione il caso in cui un soggetto abbia l’esigenza di invadere la proprietà altrui per effettuare lavori di manutenzione il cui svolgimento è un diritto.

Di conseguenza viene riconosciuta la possibilità che si chieda l’ingresso in una casa del vicino per eseguire specifici lavori limitando l’onere a carico del vicino il più possibile. L’articolo di riferimento è il numero 843 del Codice Civile. Il proprietario dell’immobile deve consentire l’accesso al vicino al proprio fondo se necessario per la costruzione o riparazione di un muro o altre opere comuni o del vicino. Tempi e modalità di accesso dovranno essere definiti con chiarezza
La Cassazione specifica che l’accesso alla proprietà privata altrui diventa un obbligo per il vicino solo se è l’unica soluzione praticabile per effettuare i lavori e che comporta meno sacrificio rispetto le alternative che graverebbero maggiormente sia su chi fa domanda di passaggio sia sul vicino coinvolto dei lavori. In questi casi non sarà ammesso un rifiuto ma se dovesse esserci la strada da seguire è quella dell’azione in giudizio. Inizialmente si potrà inviare una diffida con il Giudice che stabilirà ogni dettaglio dell’intervento tutelando il più possibile il vicino.