Lasciare casa ai figli, meglio la donazione che l’eredità ma attenzione ai pericoli: chi rischia di più

I pericoli maggiori riguardano la donazione della casa ai figli? Quando è meglio lasciarla in eredità?

Gli italiani si stanno accorgendo che è più conveniente lasciare casa ai figli sottoscrivendo una donazione piuttosto che inserirla nell’eredità. Sicuramente questa scelta ha dei vantaggi ma nasconde pure dei pericoli insidiosi.

Il benessere dei figli è il primo pensiero per i genitori. Non conta quanti anni hanno, prendersi cura dei figli è un compito che non finisce mai. Ecco perché quando l’età avanza e si comincia a pensare a quando si lascerà questa vita molte persone cercano di sistemare le situazioni in modo tale da lasciare meno “disturbo” possibile. Grande attenzione viene posta al patrimonio mobiliare e immobiliare.

Si cerca di definire, quindi, una pianificazione successoria efficace e meno dispendiosa possibile. Tra le tecniche più usate c’è la donazione della nuda proprietà di una casa ai figli continuando a mantenere per sé l’usufrutto. In questo modo il genitore non dovrà lasciare l’immobile in cui vive ma la titolarità passerà subito ai figli evitando spese e burocrazia in futuro. Il dubbio è quando sia realmente efficace questa strategia e se nasconde insidie.

Donazione della nuda proprietà contro eredità, cosa sapere

La donazione supera l’eredità in termini di vantaggio fiscale. Le imposte non verranno applicate sul valore di mercato complessivo dell’immobile bensì solo sul valore della nuda proprietà che si ottiene sottraendo dal valore della piena proprietà il valore dell’usufrutto ottenuto tramite coefficienti ministeriali legati all’età del genitore.

Chiave di casa
Donazione della nuda proprietà contro eredità, cosa sapere (Designmag.it)

Più questo è giovane maggiore sarà il valore dell’usufrutto e minore quello della nuda proprietà su cui pagare le imposte. Per essere maggiormente conveniente, dunque, questa operazione dovrà essere effettuata il prima possibile senza aspettare di diventare anziani. C’è un altro pro, la possibilità di usufruire del meccanismo prezzo-valore e di utilizzare, quindi, il valore catastale dell’abitazione (e non quello commerciale che solitamente è più alto) come base imponibile. Si eviteranno, così, futuri accertamenti.

Ci sono, però, dei costi da affrontare subito da considerare. L’imposta di donazione ha una franchigia altissima (1 milione di euro tra genitori e figli) e, di conseguenza, nella maggior parte dei casi sarà azzerata. Si dovranno pagare, invece, l’imposta ipotecaria del 2% e l’imposta catastale dell’1% sul valore della nuda proprietà. Le percentuali si riducono a 50 euro ciascuna se l’immobile è prima casa per il figlio.

Ultima spesa quella notarile per l’atto di donazione della nuda proprietà. I vantaggi economici saranno evidenti alla morte del genitore quando il consolidamento porterà il figlio ad essere nuovo proprietario senza dover corrispondere imposta di successione né seguire iter burocratici. I problemi nascono se dovessero esserci altri eredi esclusi dalla donazione. Se questa lede la quota legittima allora potrà essere impugnata con azione di riduzione entro 10 anni dalla morte del donante.

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