L’armadio di legno non lo vuole più nessuno. La soluzione più economica è incredibilmente resistente

Dagli armadi ai mobili componibili, il design in cartone firmato Corvasce Design conquista per versatilità, estetica e resistenza, cambiando il modo di arredare con semplicità.

Un tempo l’armadio in legno era un investimento quasi sacro. Si sceglieva massiccio, scuro, con ante pesanti e pomelli lucidi. Poi è arrivata una generazione che, davanti a quelle stesse ante, ha cominciato a chiedersi se davvero servisse tutta quella solidità. Oggi la casa è più leggera, più dinamica, e il mobile che una volta rappresentava stabilità ora rischia di sembrare un ingombro. È cambiato il modo di abitare: meno legato all’idea di “per sempre” e più aperto a materiali che si spostano, si trasformano, si adattano. Così, non stupisce che anche un materiale come il cartone stia trovando spazio dove una volta regnava il rovere.

Un reel su Instagram ha catturato l’attenzione di migliaia di persone. Una donna mostra il suo nuovo armadio, o meglio, una struttura interamente in cartone che copre tutta una parete del soggiorno. Non ha sportelli né ante, solo moduli componibili, linee pulite e una geometria che trasmette ordine. Nei commenti, qualcuno chiede quanto costi, e lei risponde tra i 500 e gli 800 euro. Subito parte il confronto con Ikea, come sempre accade, ma chi conosce l’azienda che lo produce sa che dietro non c’è improvvisazione. Si tratta di Corvasce Design, una realtà nata a Barletta che da anni trasforma il cartone in oggetti d’arredo resistenti, sostenibili e dal linguaggio contemporaneo.

Armadio in cartone Corvasce Design: la nuova alternativa al legno

La storia di Corvasce Design non nasce ieri. L’azienda pugliese lavora da decenni su materiali alternativi e processi innovativi, molto prima che la parola “sostenibilità” diventasse una tendenza. Quando tutti parlavano di legno, plexiglass o acciaio, loro sperimentavano con la carta e il cartone, trattandoli non come sostituti economici ma come un vero linguaggio progettuale. Da quell’intuizione è nato un modo nuovo di intendere l’arredo: più flessibile, più leggero, ma anche sorprendentemente durevole.

Parliamo di una parete organizzata in moduli squadrati, montati a incastro, che occupano tutto lo spazio disponibile senza appesantire la stanza. La superficie opaca del cartone, di un beige caldo, assorbe la luce e crea un’atmosfera naturale. È il tipo di struttura che si adatta a tutto: può diventare libreria, armadio, scaffale per oggetti, oppure fungere da parete attrezzata in un soggiorno. Ed è proprio questa la sua forza: l’assenza di rigidità.

 

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Molti nei commenti si sono chiesti quanto possa durare un mobile del genere. L’idea che il cartone sia fragile è difficile da scrollarsi di dosso, ma la realtà è diversa. Corvasce utilizza cartone pressato ad alta densità, studiato per resistere a peso e umidità. Il materiale è leggero ma compatto, e la struttura modulare distribuisce il carico in modo uniforme. È un concetto di solidità diverso da quello del legno massello: non si tratta di peso, ma di equilibrio. In fondo, anche l’architetto Frank Gehry aveva costruito poltrone in cartone già negli anni ’70, e molte di quelle sedute sono ancora perfette oggi.

Un altro punto interessante è il prezzo. Spendere tra i 500 e gli 800 euro per un armadio intero sembra poco, ma in realtà si tratta di una cifra giustificata dalla lavorazione artigianale e dal fatto che ogni struttura è personalizzabile. Si può scegliere la forma, l’altezza, il numero dei moduli e perfino il colore. L’azienda non produce in serie: ogni pezzo nasce su misura, e questo spiega anche la differenza rispetto a una soluzione Ikea. Lì si compra un mobile prefabbricato, qui si entra in un dialogo con chi lo realizza. È un approccio più lento ma anche più umano, che restituisce valore al gesto di arredare.

 

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Oltre all’aspetto pratico, c’è anche quello etico. Il cartone è completamente riciclabile, e il processo produttivo di Corvasce riduce gli sprechi al minimo. Tutto è pensato per essere montato e smontato, riutilizzato o trasformato in qualcos’altro. È un modo di concepire il design che risponde a un’epoca in cui la casa deve essere bella ma anche consapevole.

Il futuro dell’arredo, a ben vedere, è già iniziato. È fatto di materiali intelligenti, di leggerezza strutturale e di scelte che uniscono design e buon senso. Forse tra qualche anno ci sembrerà normale avere mobili in cartone, e ci chiederemo come abbiamo potuto pensarli fragili. Perché, alla fine, la resistenza non è solo una questione di materia: è una questione di idea.

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