Chi vive in una casa ben esposta, magari con una terrazza che si affaccia sulle colline o un semplice balcone da cui godersi il tramonto, sa bene quanto la luce e la vista siano un piccolo lusso quotidiano. Poi però succede che il vicino, con buona pace di tutti, pianti un albero che cresce a dismisura e improvvisamente quello che era uno scorcio mozzafiato diventa un muro verde. Non solo la vista si perde, ma le stanze si fanno più buie e fredde, e l’umore non migliora.
A quel punto sorge spontanea la domanda: posso fare qualcosa o devo rassegnarmi? È un dilemma che tocca il diritto, la convivenza e anche un pizzico di buon senso. Tra chi vorrebbe segare il tronco in piena notte e chi invece si limita a borbottare dal terrazzo, la verità sta nel mezzo. La legge infatti dice qualcosa in merito, ma non sempre nella direzione che ci aspetteremmo. E se pensate che basti un rapido colpo di telefono all’avvocato per risolvere tutto, vi conviene leggere oltre.
Cosa fare quando l’albero del vicino si prende la tua luce e la tua vista
Quando la natura del vicino inizia a invadere la nostra quotidianità con rami troppo intraprendenti o foglie che rubano il sole, il primo passo è sempre uno: capire se le distanze sono rispettate. Il Codice Civile italiano è piuttosto chiaro in proposito anche se non troppo poetico. Gli alberi di alto fusto devono stare ad almeno tre metri dal confine, quelli di media altezza a un metro e mezzo e per le siepi o gli arbusti più bassi basta mezzo metro.

Se queste misure non sono rispettate, c’è margine per chiedere che l’albero venga potato o spostato, ma attenzione: se la pianta è lì da oltre vent’anni senza che nessuno abbia mai detto nulla, scordatevi di farla abbattere facilmente, perché potrebbe essere protetta da una sorta di diritto acquisito che la legge chiama usucapione.
Poi c’è la questione della veduta, cioè il diritto di affacciarsi senza trovare un pino davanti. Anche qui la legge impone che balconi e finestre che guardano il fondo del vicino debbano essere ad almeno un metro e mezzo dal confine, altrimenti niente da fare, la colpa non è dell’albero ma di chi ha progettato casa.
Il cosiddetto diritto di panorama invece è più una leggenda metropolitana che una vera norma. Esiste solo se è stato messo nero su bianco tra i proprietari e registrato nei pubblici registri, altrimenti resta un sogno romantico che non trova spazio nei tribunali.

Cosa fare quindi? Prima di tutto meglio misurare e controllare bene, magari informandosi anche al Comune o nel regolamento condominiale, perché in alcuni casi ci sono limiti più severi di quelli del codice civile. Poi, la cosa più semplice ma spesso più difficile da fare: parlare con il vicino. Magari non sarà contento di sentirsi dire che il suo amato albero è un problema, ma con un po’ di diplomazia si può trovare una soluzione, spesso basta una potatura fatta bene.
Se invece il dialogo si blocca e l’albero resta lì come un muro invalicabile, allora sì, si può pensare di muoversi per vie legali, ma sempre dopo essersi accertati di avere tutte le carte in regola. Certo, serve pazienza, ma è comunque meglio di una faida condominiale lunga anni.