La sedia pieghevole non è più da campeggio: ora è un pezzo di design da tenere in salotto

Una panoramica su come la pieghevole, grazie a nuovi materiali e linee curate, si stia trasformando in un pezzo di design versatile e adatto anche agli interni.

Chi ha vissuto in case piccole, condivise, o semplicemente piene di cose, lo sa bene: la sedia pieghevole ha sempre avuto un ruolo secondario. Quella da tirare fuori solo quando arrivano ospiti inaspettati. Quella che scricchiola un po’, che sta in garage o in fondo a un armadio, da nascondere appena finisce l’emergenza. Per anni l’ho vista così anch’io, come un oggetto utile ma da rimuovere subito dalla scena. Eppure, da un po’ di tempo, qualcosa è cambiato. Nelle case degli amici più attenti al design, in showroom, perfino nei set fotografici, ho cominciato a notarla. Sempre lei, ma diversa.

Ed è stato proprio lì che ho capito il cambio di rotta. La sedia pieghevole non si nasconde più. Oggi è diventata una scelta di stile. Non per fare la finta minimalista, ma perché lo spazio, ormai, è una questione concreta. Le case sono più piccole, gli ambienti più fluidi. E serve qualcosa che si possa muovere, adattare, usare davvero, senza rinunciare all’estetica. Così i designer ci hanno messo mano, ed è venuto fuori un ibrido interessante. Pieghevole, sì, ma bella. E anche furba, comoda, ben pensata. L’ho provata io stessa, e non solo non l’ho rimessa via, ma l’ho lasciata lì, vicino alla finestra.

Da seduta extra a complemento d’arredo vero e proprio

Non so esattamente quando ho iniziato a considerarla più di una sedia di servizio. Forse quando ho visto quella in legno chiaro, con la seduta in tela naturale, appoggiata in un angolo di una casa che sembrava uscita da una rivista. Era lì, aperta, senza nulla sopra, ma sembrava parte dell’arredo. Lì ho realizzato che il problema non era la sedia pieghevole in sé, ma il modo in cui l’avevamo sempre guardata. Usata solo nei momenti scomodi, mai davvero considerata nella scena quotidiana. E invece oggi i modelli nuovi sono pensati proprio per stare a vista.

Sedie pieghevoli
Da seduta extra a complemento d’arredo vero e proprio – foto maisonsdumonde.com- designmag.it

Alcuni modelli sono proprio piccoli gioielli. C’è quella in metallo opaco con seduta in rattan, che sta benissimo anche accanto a un divano moderno. Oppure la versione director, in legno massello con tela grezza, che richiama l’idea del cinema ma con un’eleganza molto attuale.

Poi c’è l’altra faccia, quella più pop: le versioni in plastica lucida o plexi, trasparenti, colorate, che spezzano un interno neutro con un tocco brillante. Quello che mi ha colpito è che anche chi non ama l’idea della pieghevole classica, finisce per sceglierne una perché risolve un problema e allo stesso tempo arreda. È un compromesso che non sembra un compromesso.

Sedie pieghevoli
Materiali, linee e proporzioni che fanno la differenza – foto sklum.com – designmag.it

Il loro successo, secondo me, è anche legato alla voglia di avere mobili meno fissi. Oggi si cambia spesso, si spostano le cose, si vive la casa in modo più dinamico. Avere una sedia che puoi muovere senza problemi, che non pesa, che non ingombra, è un vantaggio reale. E non serve inventarsi scenari da rivista per inserirla. Basta lasciarla lì, magari con un oggetto sopra, come una base. Io ne ho vista una usata come appoggio per una pianta (un Ficus Ginseng), o accanto a un mobile come supporto per un vassoio.

E poi c’è la questione estetica. Una pieghevole di design, anche da chiusa, non sfigura. Sta bene anche solo appoggiata al muro. Non è più solo un pezzo funzionale. È diventata un oggetto che dice qualcosa. Sullo stile di chi la sceglie, sul modo di vivere la casa, sul tipo di bellezza che cerchiamo oggi. Meno appariscente, più intelligente.

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