Per anni ho vissuto con un mistero irrisolto tra le mura domestiche: i termosifoni accesi al massimo, le bollette che salivano vertiginosamente, eppure la sensazione di freddo non mi abbandonava mai.
Mi sono ritrovata a indossare maglioni pesanti anche in casa, convinta che il problema fossero gli infissi vecchi o le correnti d’aria dalle finestre. Ho controllato gli spifferi, cambiato le guarnizioni, ma nulla sembrava migliorare la situazione.
La frustrazione cresceva ogni inverno, fino a quando ho deciso di indagare seriamente sulla questione. Quello che ho scoperto mi ha letteralmente sorpreso: il colpevole del mio disagio termico non era dove pensavo, ma in una zona della casa che avevo sempre trascurato, ignorando che proprio da lì stava sfuggendo gran parte del prezioso calore prodotto dal mio impianto di riscaldamento.
Il grande ladro invisibile di calore
Dopo aver consultato un esperto di efficienza energetica, ho finalmente compreso l’amara verità: il tetto non isolato era il principale responsabile della dispersione termica nella mia abitazione. L’aria calda, per un semplice principio fisico, tende naturalmente a salire verso l’alto, accumulandosi proprio sotto la copertura dell’edificio. Se il tetto non è adeguatamente coibentato, tutto quel calore accumulato fugge letteralmente all’esterno, vanificando gli sforzi del sistema di riscaldamento.
Nel mio caso, la soffitta aveva un isolamento praticamente inesistente, risalente a decenni fa e ormai inefficace. Gli esperti stimano che un tetto mal isolato possa causare perdite energetiche fino al 30%, una percentuale enorme che spiega perfettamente le mie bollette salate.

La mia vecchia abitazione presentava anche alcune finestre per tetti con infissi datati, che contribuivano ulteriormente alla dispersione. Dopo aver fatto installare un adeguato strato isolante in soffitta e sostituito le finestre da tetto, la differenza è stata immediatamente percettibile: la casa mantiene il calore in modo molto più efficiente e finalmente ho potuto abbassare la temperatura dei termosifoni senza patire il freddo.
Le pareti perimetrali: l’altra falla nel sistema
Oltre al tetto, ho scoperto che anche le pareti esterne della mia casa contribuivano significativamente alla perdita di calore. Le pareti non isolate possono essere responsabili fino al 25% della dispersione energetica totale, una cifra che non avevo mai considerato prima di approfondire il problema. Nella mia abitazione, costruita negli anni Settanta, l’isolamento delle pareti era praticamente assente secondo gli standard moderni.
Ho fatto eseguire un’analisi termografica che ha evidenziato chiaramente i punti critici: alcune zone delle pareti esterne mostravano temperature superficiali molto più basse rispetto ad altre, segno evidente di ponti termici e mancanza di coibentazione. Anche le fondamenta non isolate giocavano un ruolo, permettendo al freddo proveniente dal terreno di penetrare negli ambienti abitati.
La soluzione è stata un intervento di isolamento a cappotto esterno, che ha creato una barriera continua contro la dispersione termica. Il risultato è stato straordinario: non solo la temperatura interna è diventata più stabile e confortevole, ma ho anche notato una riduzione considerevole dei consumi energetici. Oggi, finalmente, posso godermi una casa calda senza sprechi inutili.






